fotojohannmAutrice di un testo sulle donne nel mondo dell’elettronica e di una sua riduzione teatrale, nella quale suona le musiche in scena, Johann Merrich tenta di colmare un vuoto e cioè quello delle donne che hanno contribuito ad evolvere sia la musica elettronica che le tecnologie attorno ad essa. “Le Pioniere della Musica Elettronica”, questo il titolo del libro, riempie quello spazio ancora ignoto, soprattutto in Italia, il quale però cela storie bellissime e Johann le svela. (foto di A.Campanella)

Il libro é strutturato con capitoli in cui figurano mini biografie, le quali sembrano dei saggi disposti come le voci di un’enciclopedia. Come hai deciso questa struttura?
Ho tentato di seguire un ordine cronologico e geografico per disegnare l’evoluzione della musica elettronica attraverso le sue protagoniste, inevitabilmente condizionate dal loro luogo di residenza.

La tua ricostruzione del contributo femminile allo sviluppo della musica elettronica parte dall’800 e arriva ai giorni nostri. Come hai individuato il momento dal quale iniziare?
La scelta di iniziare con Ada Lovelace e con lo stato dell’educazione musicale femminile in epoca vittoriana è stata immediata e molto naturale… Trovo estremamente affascinante che sia stata una donna la prima pioniera della computer music, soprattutto considerando la sua esistenza in un periodo decisamente sessuofobico, farcito di “isterie” e perbenismi..

Leggendo di Lucie Bigelow, Augusta Ada Byron, Daphne Oram e le altre diventa subito chiaro che sono state figure chiave. Loro non hanno solo creato musica, ma anche costruito o aiutato a concepire alcuni sistemi e aggeggi che poi sono stati largamente usati nel movimento musicale elettronico. Non credi che questo sia uno dei meriti fondamentali del tuo testo? Cioè di mostrare e dimostrare come le donne abbiano operato sia nel campo creativo che tecnico?
Sì, è proprio uno dei messaggi di questo libro. Purtroppo ancora oggi spesso si è portati a pensare che le donne non siano molto ferrate in campo tecnico. Osservando la storia invece ci si accorge che non è mai stato così. E’ importante ricordare che le generalizzazioni sono pericolose ed è doveroso riscattare figure importanti come queste prime pioniere dell’elettronica che tanto hanno contribuito allo sviluppo della tecnologia.

Ho appreso belle storie da questo libro. Penso a come operava la Barron e suo marito Louis che creavano musica sottoponendo i circuiti a sforzi che poi li bruciavano. Realizzavano musica portando l’elettronica al suo canto del cigno. Il 45 giri della Maddalena Fagandini con George Martin, oltre a ritrovare nomi noti (Spiegel, Carlos). Nelle tue ricerche quale pioniera ti ha sinceramente colpito e magari hai anche approfondito?
La cosa più bella della realizzazione di questo libro credo sia stata l’aver avuto la possibilità di entrare in contatto con alcune “superstiti” della storia dell’elettronica. Ho passato mesi di corrispondenza con Suzanne Ciani, Laurie Spiegel, Alice Shields…persone immense ma soprattutto umili che si sono rese disponibili a lunghissime conversazioni. Poter chiedere direttamente a loro qualsiasi cosa mi passasse per la testa è stato un onore enorme.

Hai chiesto più volte alle pioniere sull’ostracismo, la diffidenza e l’emarginazione verso le donne nel mondo dell’elettronica e accademico, ma hai ricevuto risposte contrarie, in tal senso, dalla Spiegel e la Norton. Ti sei chiesta perché?
Le mie domande non erano finalizzate a ottenere una risposta che già immaginavo. Volevo conoscere la loro esperienza personale. Ogni vissuto è frutto di situazioni diverse.

Ho sempre trovato buffa questa cosa perché́ secondo me l’elettronica è un mezzo molto femminile. Penso che le donne siano meno legate alla convenzione e proprio per questo possono essere molto più originali“, ė Suzanne Ciani a dirlo nel libro e di seguito dice anche di più. Cosa ne pensi di questa risposta?
Sono d’accordo con Suzanne. Molte ragazze con le quali collaboro sono dedite all’arte del noise, un genere che apparentemente per la sua “ruvidità” dovrebbe essere di esclusivo appannaggio maschile…

“Le Pioniere della Musica Elettronica” permette al lettore di comprendere un bel pezzo del percorso evolutivo del genere. Non ci sono solo le pioniere, ma ad esempio anche molti loro illustri colleghi, come J.Cage (per non parlare di Walter Carlos divenuto poi Wendy), oltre ad una carrellata di strumenti e tecniche che hanno fatto a storia: il theremin, i prodotti Roland, il registratore Stancil-Hoffman, le invenzioni di Moog e Buchla, gli oscillatori e via dicendo. Insomma, pioniere si, ma l’elettronica sembra anche non avere sesso in questo libro.
Questo è il messaggio fondamentale. La musica non ha sesso!

Hai contribuito alla sceneggiatura dello spettacolo “Annusavamo fiori di fibbra ottica”. In cosa consiste questa pièce, puoi descriverla?
Lo spettacolo è una riduzione teatrale del libro. L’attrice Ilaria Pasqualetto interpreta sul palco le vite di alcune pioniere della musica elettronica spalleggiata da Giacomo Trevisan, che invece impersona i personaggi di Lev Theremin e Louis Barron. Il tutto è accompagnato dalla voce narrante di Giancarlo Previati a cui è affidata la contestualizzazione storica, le cornici degli ambienti, sostenute dalle musiche composte da me e Chironomia.

Te lo chiedo alla fine: perché un libro del genere?
Perché in Italia non c’era ancora una pubblicazione simile, a dispetto dei paesi anglosassoni che se ne sono occupati in un paio di occasioni. E poi perché è giusto ribadire che la musica non ha sesso. Inoltre credo che la conoscenza della storia renda possibile esistenze migliori…

Ti son bastate 192 pagine per redigerlo?
Non ne basterebbero 1000…

Ti ringrazio, anche per la piacevole e interessante lettura del tuo libro. Ti lascio per le considerazioni finali ai lettori.
Spero che, oltre al libro, gradirete anche il disco allegato con tracce realizzate dalle pioniere della musica elettronica. Tra l’altro compare un inedito di Teresa Rampazzi molto interessante…

(Alberto Vitale)

Recensione