fotoantimatterIn occasione del concerto degli Antimatter a Salerno, MetalHead ha potuto realizzare una intervista con il loro leader e songwriter Mick Moss. Si discute del significato di alcuni brani della band e dei progetti futuri. Buona lettura!

Allora Mick, è la prima volta che gli Antimatter suonano in Italia?
No, eravamo qui quattro mesi fa per un set acustico, e abbiamo anche suonato nel 2007 a Milano…

 Almeno è la prima volta che siete al Sud!
Sì, è così.

E come lo trovate?
Caldo! Anche a metà Settembre (sorride).

Cosa ci suonerete stasera? Spero che sarà un mix di materiale dai primi dischi e nuove canzoni!
Naturalmente! Ma devo dirti che non suonerò molto materiale vecchio. Al momento la cosa che più mi interessa e mi preme è suonare i pezzi di “Fear of a Unique Identity” e degli altri due dischi composti da me.

A questo proposito… so che sono passati otto anni, ma ti chiederei comunque cosa è andato storto con Duncan Patterson…
Di anni ne sono passati addirittura dieci, a dire il vero! Duncan è uno spirito inquieto, sentiva che qualcosa non andava e siamo semplicemente andati avanti per direzioni diverse dopo aver fatto l’ultimo album insieme, “Planetary Confinement”. Se ne è andato e basta, non mi ha dato nessuna indicazione particolare, e in quel momento ho pensato proprio che fosse la fine degli Antimatter! Fu un momento molto strano che per fortuna è passato… alla fine io e Duncan siamo amici fin dall’infanzia, credo che questa sia la cosa veramente importante.

Ho letto in giro che l’Armenia è la nuova frontiera per gli Antimatter! È così?
(Ride a lungo) Veramente l’hai letto? Beh, posso averlo detto quando ho partecipato al singolo della band armena The Beautiful Project, che è andato al numero 1 delle classifiche del loro paese… è stata davvero una bella sorpresa! Ma come Antimatter no, non siamo affatto forti in Armenia! La nostra ‘vera’ nuova frontiera, il territorio per noi più favorevole dovrebbe essere la Germania…

Mi piacerebbe parlare adesso di tre delle mie canzoni preferite del repertorio degli Antimatter, e magari ricevere qualche spiegazione sui testi, che spesso mi colpiscono molto ma altrettanto spesso restano per me un mistero… se per te va bene comincerei con “Here come the Men”: perché dobbiamo essere ‘white enough’?
“Here Comes the Man” è un attacco al machismo, si fa gioco dell’immagine del macho. Non credo ci sia nessuna buona ragione per fare i ‘duri’. E così dico ‘sai, devi essere forte, devi avere un grande cazzo e grandi muscoli, devi essere bianco, devi essere etero, combattere e avere grandi pettorali’ e così via. Devi anche porre una serie di limiti a te e agli altri… tutto sbagliato!

E che mi dici di “Epitaph”? La considero la migliore canzone degli Antimatter.
Non sei il solo a pensarla così… (in quel momento un ragazzo lì vicino, che sta assistendo all’intervista, conferma che è anche il suo pezzo preferito, e Mick ringrazia, ndr)

SAMSUNG DIGIMAX A503Ce la suonerai stasera?
No, purtroppo no. La suono molto raramente dal vivo, mi dispiace. (manifestazioni di disappunto mie e del ragazzo che assiste, ndr) L’ho scritta 20 minuti dopo la morte di qualcuno della mia famiglia, ed è dedicate alla memoria di questa persona e degli spazi dove viveva; entrambi erano molto importanti per me quando ero bambino. Sento ancora questa persona dentro di me, e la sua memoria non abbandonerà mai la mia anima.

Ultima richiesta: “Leaving Eden”.
“Leaving Eden” è una canzone sul realizzare che niente va come pianificato, e che sbagli ad avere fiducia e a pensare che le cose siano sotto controllo: niente è sotto controllo! La canzone descrive il momento in cui vuoi tornare indietro, al posto e al momento in cui eri più felice e sicuro… il Paradiso si riferisce naturalmente a uno stato di gioia, felicità e sicurezza, è una metafora per tutto questo.

Cosa c’è adesso nel futuro tuo e della band? È in programma un nuovo album?
In generale continuo a fare quello per cui sono fatto: scrivere e suonare musica! Il nuovo album lo stiamo scrivendo e stiamo per pubblicare un singolo… sai che l’avevo quasi dimenticato? È una canzone molto vecchia, forse la seconda che abbia mai scritto, ma non l’avevo mai registrata. Volevo posizionarla in uno dei precedenti album ma non era mai adatta alla atmosfere degli ultimi tre, così la pubblichiamo ora!

Siamo giunti al momento dei saluti…
Ciao a tutti coloro che ascoltano gli Antimatter, tutti quelli che hanno avuto fiducia in noi finora, da ovunque vengano! Fa sempre piacere sapere che la gente apprezza la tua musica!

(Renato de Filippis)

Report del concerto di Salerno