L’idea di riproporre “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, sostituendo l’aggettivo “dark” con quello “Black”, è venuta a Peso, batterista dei Necrodeath. A quel punto Peso ha dovuto coinvolgere altri in questa idea e il primo è stato Pier Gonella, chitarrista per Necrodeath e Mastercastle. A quel punto la cosa migliore per completare la line-up si è rivelata essere il coinvolgimento dei membri della MusicArt, una scuola di musica ligure, cioè i vari insegnanti, e alcuni ospiti. Riprendere un album epocale, ma in chiave personale e senza romperne gli equilibri, è stata una sfida e allo stesso tempo un ottimo biglietto da visita per la scuola stessa. L’evoluzione di “The Black Side of the Moon” è di seguito, nelle parole di Peso e Pier.

Sarà banale iniziare l’intervista in questo modo, ma devo chiedere perché rifare un intero album e perché proprio “The Dark Side of the Moon”?
PESO: Era un’idea che avevo da tanto tempo… inizialmente avevo addirittura chiesto ai miei soci Necrodeath cosa ne pensavano se ci fossimo inoltrati coi Necro in un discorso simile, ma la cosa non prese piede…a quel punto l’idea ormai era partita e con Pier decidemmo che comunque avremmo dovuto portarla a termine prima o poi. La seconda ipotesi fu quella di registrarci tutto io e lui e chiamare dei cantanti ospiti per ogni brano, ma anche quella di ipotesi fu scartata naturalmente e alla fine ci rendemmo conto che la cosa migliore fu realizzarla con gli altri insegnanti della nostra struttura Musicart, ovvero la scuola di musica e lo studio di registrazione dove abbiamo sede. Perché “Dark side of the Moon”? Bhe che domande…e’ un album affascinante che ha fatto la storia del rock….e che ha fatto sognare milioni di persone…

Mi ha colpito quel “vengono vagliate varie ipotesi sul “come” realizzarlo”, letto nelle info che accompagnano il lavoro. Di cosa si è discusso tra voi per quel “come”? Inoltre mi aspettavo che vista la provenienza artistica di Peso e Pier Gonella e degli altri, vi fosse un impatto totalmente metal, ma non è così. C’è un equilibrio tra il rock e appunto il metal.
PIER GONELLA: Realizzarne una versione semplicemente heavy metal sarebbe stato a mio avviso un lavoro pacchiano e scontato, oltre al fatto che quel disco contiene degli equilibri nelle melodie e nei suoni davvero delicati da modificare. Alla fine abbiamo suonato le parti nella maniera più istintiva e personale e questo è il risultato.

Riprendendo il discorso del “come”, vi siete posti delle domande sulla strumentazione da usare?
PIER GONELLA: Questa è stata una domanda costante per tutta la registrazione. Di volta in volta personalmente ho fatto varie prove sulle chitarre ed amplificatori da utilizzare, a seconda delle parti piu’ “modernizzate” o meno. La parte più delicata è stato sicuramente il mixaggio perché il “Dark Side” è davvero un labirinto di dettagli e piccoli arrangiamenti, ed ogni volta che si mixava di nuovo ne veniva fuori qualcuno
PESO: Riguardo alla batteria chiaramente abbiamo usato dei suoni piu moderni rispetto a quello che si usavano negli anni 70, in particolare la microfonazione sui tamburi stessi e’ tutta diversa, come metodo e impostazione. Per le tastiere invece abbiamo cercato invece di andar a riprendere i suoni di quei tempi, l’ hammond su tutti…proprio per riuscire a trovare il giusto equilibrio tra il vecchio e il nuovo….

Ci sono delle cose davvero apprezzabili in questo rifacimento, ad esempio come avete costruito “On the Run”, come cambiano i ritmi e il sound in prossimità di alcune strofe, per esempio su “run rabbit run…” in “Breathe”, la dinamica dell’assolo di “Time”, la ringhiosa ripresa di “Breathe”, il trittico finale dell’album (secondo me il vero banco di prova per quanto concerne “l’interpretazione”) e così via. Bravi! Però mi sono chiesto se in fin dei conti “The Dark SIde of the Moon” è talmente completo da avervi dato tutto il necessario per eseguirlo!
PESO: “Dark Side” e’ un album assurdo…se pensi poi in che anni e’ stato composto (pubblicato nel 1973, le prime idee circolarono anche live dal 1972, nda), capisci il talento e la genialita dei compositori. Noi ci siamo limitati a dare una nostra interpretazione nella maniera più umile e personale possibile…ci siamo anche divertiti nel farlo perche dovevamo comunque sforzarci al massimo per ottenere un risultato che non fosse banale. Personalmente mi e’ piaciuto tantissimo la ripresa a mò di Slayer di “Breathe”, dove loro hanno rallentato i ritmi noi li abbiamo accelerati

Scusatemi, ma c’è una cosa che non mi ha convinto in questo “The Black Side of the Moon”, è il passaggio tra “Money” è “Us and Them”. Il missaggio in quel punto è stato eseguito con una sfumatura troppo netta. Chi è stato il vostro Alan Parsons o Chris Thomas /tecnico del suono e mixing nell’album dei Floyd, nda)? Cosa che non chiedo per prendermela con qualcuno, anzi è lo spunto per sapere come è andata in consolle!
PIER GONELLA: Gestendo io lo studio di registrazione è toccato a me il ruolo del Parsons ed è stato davvero difficile ricreare tanti dettagli, effetti ed atmosfere, pur con le tecnologie ed i software di cui disponiamo oggi. Questo ci ha fatto capire ancora meglio perché è un disco così immortale. Per quanto riguarda la struttura unica dei brani in realtà qualche momento di pausa è stato volutamente abbreviato perché ci sembrava un poco troppo lento, nella maggior parte dei casi ha funzionato, negli altri ben venga ogni appunto!

Alla voce Giorgia Gueglio (Mastercastle) e Zanna (ex Sadist, Raza de Odio), il bassista Steve Vawamas (Mastercastle e Athlantis) e Andrea Vulpani, arrangiatore del basso e tastiere. Ovviamente Pier Gonella (chitarrista Necrodeath Mastercastle), che realizza i primi arrangiamenti e poi Peso (batterista dei Necrodeth), il promotore di questa idea. E’ stata questa la squadra? Come mai avete coinvolto proprio queste persone?
Peso: Come ti dicevo prima la gestione del lavoro, una volta impostata l’idea, non e’ stata facile da realizzare, e l’idea di coinvolgere gli altri insegnanti della Musicart mi e’ venuta in mente cosi per caso! Il realizzare per noi che siamo un’associazione culturale un biglietto da visita che possa far parlare di noi nella zona del Levante ligure, dove tutti noi abitiamo, e’ sicuramente stata la mossa vincente. Anche gli ospiti d’eccezione come Zanna (ex Sadist, nda) e Cladio (Galbiato, cori su “Us and Them” ed “Eclipse”, nda) alla voce hanno contribuito a rendere il prodotto ancora più godibile a mio avviso

Proprio sui musicisti ho un altro appunto: la pronuncia della Gueglio non mi è parsa, in certi momenti, marcata e in alcuni punti ha tolto un pochino di dolcezza. Però che voce! Attenzione, non lo dico solo per l’interpretazione di “The Great Gig in the Sky”, in alcuni casi ha dato enfasi ad alcune frasi chiave e “The Dark Side…” ne ha parecchie.
PIER GONELLA: Il lavoro di Giorgia e’ stato il più importante ed il più difficile visti i mille arrangiamenti ed armonizzazioni delle parti originali, sia maschili che femminili. Chiaramente anche lei ha interpretato in maniera personale il disco e dove trovava doppia cassa e 4 ritmiche distorte certamente doveva enfatizzare pronuncia ed espressione, lasciando più dolci altri brani che noi altri abbiamo arrangiato diversamente. Quando ha registrato le prime prove di “The Great Gig in the Sky” siamo rimasti tutti stupiti, tanto che le abbiamo subito affidato il resto del disco…

PESO: Giorgia a mio avviso in questo ultimo anno ha fatto dei grandissimi progressi. Lavora tutti i gironi sulla sua voce e i risultati si sentono. Il suo ruolo e’ stato fondamentale nella riuscita dell’album e sinceramente non mi preoccuperei troppo del discorso pronuncia, che e’ una cosa che comunque senti tu. Altresì mi chiederei come sia riuscita a interpretare in maniera cosi magistrale the “Great Gig in the Sky!”

Che ruolo ha avuto l’etichetta Black Tears in tutto questo?
PESO: Daniele Pascali, titolare dell etichetta, e’ un vecchio amico. Uno di quelli della vecchia scuola thrash che ha sempre supportato i Necrodeatrh nel corso degli anni. Quando con Pier abbiamo impostato il lavoro come Musicart, con un certo senso e logica,  non siamo andati a cercare e a bussare la porta a etichette straniere o lontane da casa, ma visto il tipo di progetto, avevamo bisogno di qualcuno qui di casa. Per cui mi è venuta subito in mente la Black Tears che ha sede a Genova. Quando ho proposto la  produzione a Daniele, lui ha accettato con grande entusiasmo e ora che siamo partiti con la promozione e distribuzione, lo sento spesso perche sta ricevendo veramente dei bei responsi anche fuori dalla zona. Siamo contentissimi di come si sta muovendo, per cui direi che anche questo aspetto è andato alla grande!

“Musicart” è una struttura musicale e anche una scuola, così l’ho sentita definire, ma a quanto sembra ora è anche una band!
PIER GONELLA: MusicArt è una struttura adibita a scuola di musica e studio di registrazione. Oltre a me come tecnico del suono e corso di chitarra, vi lavorano Peso per il corso di batteria, Giorgia per quello di voce, Steve per quello di basso ed Andrea per quello di pianoforte. E’ il secondo anno in cui siamo aperti “ufficialmente” al pubblico e visti i notevoli progressi durante gli anni, nonché vari strumenti di alto livello per la registrazione di cui ora disponiamo. Il “Musicart project” vuole proprio essere anche un biglietto da visita professionalissimo dello studio di registrazione e degli insegnanti.

Quali novità ci sono sul fronte Necrodeath e Mastercastle?
PESO: Qui alla Musicart non ci femriamo mai (ride, nda)! Infatti la prossima uscita sarà il nuovo album dei Mastercastle con John Macaluso alla batteria e subito dopo il primo DVD ufficiale dei Necrodeath, su cui stiamo ancora lavorando sul video clip che verrà allegato come bonus. Ad aprile poi proprio nella città di Genova, suoneremo insieme per festeggiare questi nuovi prodotti imminenti.

Ci sono tribute band dei Pink Floyd che vanno in giro per il mondo a suonare, credo che proprio quest’anno in Italia sia arrivata una di quelle più note, una band australiana. Avete in mente qualcosa di simile?
PIER GONELLA: Al momento ci godiamo la soddisfazione del risultato raggiunto con questo disco. Nel frattempo vedremo i feedback che riceve e valuteremo se proporre qualche data live o realizzare qualche altro lavoro da studio. Il “Dark Side” è un disco che ci piace tantissimo, ma una tribute band dei Pink Floyd è una cosa troppo diversa e che leverebbe spazio a buona parte delle personalizzazioni realizzate nel disco.

Penso di aver chiesto abbastanza. Grazie mille!
Grazie a te per lo spazio che ci hai concesso e per il supporto ! per qualsiasi informazione inerente alla nostra struttura,visitate il sito  www.musicart.eu

(Alberto Vitale)