fotopanic0L’11 marzo è uscito l’album d’esordio dei Panic.0, ovvero “Panic“, anticipato dall’omonimo singolo corredato da un videoclip (QUI). La band lucchese è un esempio di mescolanze musicali, idee, soluzioni, offrendo così uno spettro musicale ampio e vivace. La band ha risposto a qualche domanda e dalle risposte si intuisce una sincera umiltà, ma anche la consapevolezza delle proprie capacità.

Ciao ragazzi, benvenuti su Metalhead.it, volete presentare brevemente il gruppo?
Ciao, grazie innanzitutto per questo spazio.
Molto brevemente: quattro ragazzi toscani si ritrovano a dare concretezza ad un piccolo progetto partito sei anni prima: passione per la musica, voglia di divertirsi e di rincorrere qualche sogno. La classica storia insomma.

Quali sono i gruppi che vi influenzano maggiormente?
Di influenze nella nostra musica ce ne sono veramente tante. Meshuggah, Deftones, Dillinger Escape Plan, Korn, Lamb of God, Slipknot e Destrage (per nominare quella che riteniamo essere una delle migliori band italiane) sono forse quelle che ci piace citare maggiormente.

Come sta andando il vostro debut album?
Può sembrare banale, ma comunque vada sarà un successo: abbiamo lavorato cosi duramente a questo lavoro e ognuno di noi ci ha messo cosi tanto dentro che qualsiasi risultato riusciremo a raggiungere ci regalerà un’immensa soddisfazione. Per rispondere alla comunque domanda, il debut si sta rivelando un piccolo successo.

Avete qualche data in programma?
Abbiamo qualche data all’orizzonte, ma stiamo organizzando il tutto. C’è tanto lavoro da fare, terremo aggiornati i nostri spazi con tutte le news del caso.

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Avete già dei brani nuovi?
Innanzitutto suonare, promuovere l’album , un altro video molto presto. Abbiamo già cominciato a lavorare su qualche nuovo pezzo per un futuro album, ma per il momento la priorità è il live.

Bene ragazzi, l’intervista si chiude qui, volete lasciare i vostri contatti ai nostri lettori?

http://www.facebook.com/zeropanico

panic.zerorock@gmail.com

(Michele Alluigi)

Recensione