Psychofagist significa estremismo musicale. Un estremismo italiano e in vita da molti anni. Dando uno sguardo al loro profilo su Facebook si legge ” Genere: free non jazz power violence sonata”, una definizione che potrebbe essere un modo per appellare il caos! Le loro impennate sonore, lo spingersi nel cuore del grindcore, la manipolazione delle note protratta verso il free jazz, l’hardcore e la follia sono le loro basi musicali. Il recente split “9 Psalms of An Antimusic to Come” con gli Antigama è una buona opportunità per parlare con Stefano.

Vorrei sapere come vanno le cose con questo split con gli Antigama, “9 Psalms of An Antimusic to Come”. Personalmente il vostro contributo è stato esaltante e, senza voler sminuire nessuno, è anche la parte più interessante di questa pubblicazione. Voi siete già autori di altri split, quindi ti chiedo se questo tipo di pubblicazione è ancora utile per le band e in cosa?
Ti ringrazio per i complimenti e devo dire che anche noi siamo abbastanza soddisfatti della nostra parte dello split. Sicuramente lo split è un formato fondamentale per l’underground. Oltre a evidenti vantaggi di carattere ecologico è un formato che permette a due differenti realtà di scontrarsi, confrontarsi e supportarsi a vicenda. In questo caso entrambe le band fanno parte più o meno della stessa scena ma in passato abbiamo collaborato con gruppi con una fan-base molto differente, come per esempio era successo con lo split insieme a oVo e Inferno. In questo modo puoi raggiungere le orecchie di persone che magari non ti avrebbero mai ascoltato. Anche a livello promozionale ci sono evidenti vantaggi, dato che con un solo CD si recensiscono più gruppi. In conclusione credo che sostanzialmente porti solo vantaggi…

Ascoltando i vostri pezzi mi son chiesto se dietro hanno una razionale logica compositiva, oppure germoglino da improvvisazioni. Io credo che siete grindcore ma decisi a virare verso le possibili derivazioni, verso e fuori da questo genere. Infatti virate verso l’hardcore, improvvisate cacofonie strumentali, jazz, avete reminiscenze dei Naked City: insomma, come nascono i brani degli Psychofagist?
Da un po’ di tempo a questa parte i brani nascono in saletta. Fino a qualche anno fa arrivavo in saletta con riff e strutture ben determinati, quindi si trattava solo di mettere insieme i pezzi. Oggi è tutto molto più interessante e immediato. Si parte da un’idea o da un riff fatto al momento e ognuno ci mette del suo. Sembra semplice ma non lo è affatto dato che si finisce sempre per litigare su cose davvero futili tipo “questo riff in 7/95 somiglia tanto a quello che abbiamo ripetuto una volta al secondo minuto del quarto pezzo del primo album quindi non va bene!”. Oppure cose tipo “da quando facciamo riff in 4/4!?”. Questo è il motivo principale per cui oggi ci mettiamo circa 1 mese per produrre 1 minuto di musica. I brani sono tutti molto strutturati e lasciano poco spazio all’improvvisazione. Quando si improvvisa è perché fa parte della struttura del brano ma anche le improvvisazioni hanno sempre una direzione o un’idea stilistica. Per il resto non abbiamo limitazioni di genere. Personalmente credo che i “generi” servano solo ai negozi di musica per non mettere i Meshuggah vicino a Michael Jackson.

Tra i vostri cinque pezzi dello spilt c’è l’iniziale, breve e grazioso “Apophtegma Nonsense”, il quale sembra un riassunto di quello che si ascolterà poi. C’è anche una cover di Tom Waits, “Misery Is the River of the World”. L’avete scomposta, disintegrata e ricostruita per intero; un ottimo esito, ma come vi è saltato in mente di riprendere proprio quel pezzo?
Personalmente adoro “Apophtegma Nonsense”, rimane uno dei miei brani preferiti dello split. A differenza delle altre canzoni è nata interamente in studio di registrazione,  esattamente come avvenne per “Defragmentation Rotunda”.  Riguardo a “Misery Is The River Of The World” abbiamo deciso di riprenderla a modo nostro semplicemente perché è uno dei nostri brani preferiti di Tom Waits, di cui siamo fan di vecchissima data. Tra le altre cose non avrebbe avuto senso fare una cover dei Dillinger Escape Plan o di una band affine. In un brano come quello di Tom Waits hai la libertà come hai detto tu di scomporla, disintegrarla e ricomporla per intero. Personalmente è così che concepisco una “cover”. Non ci trovo alcun senso nel rifare un brano identico all’originale. Lo stesso processo aveva funzionato per “The Optician” nata da una re-interpretazione de “L’Ottico” di De Andrè.

“Carne Marcia Tremula” , “Initiation” e “Aritmia” sembrano legati al sound dell’ultimo vostro album, ma quando sono stati composti?
Tutti i brani, fatta eccezione per “Apophtegma Nonsense”, sono stati composti non troppo tempo dopo “Il Secondo Tragico”. Non troppo tempo significa comunque almeno un anno. Sicuramente il sound è simile, ma credo che siano la giusta continuazione de “Il Secondo Tragico”. La grande differenza è la mancanza del sax baritono di Luca T Mai che sicuramente incide non poco nel sound dell’album!

C’è dell’elettronica, e a mio avviso usata in modo davvero raffinato, ma sparpagliata con parsimonia. Avete intenzione di aumentarne il suo uso?
Abbiamo sempre usato l’elettronica ed effetti vari in fase di registrazione. A volte fatti da noi, altre con collaborazioni esaltanti come quella con SEC_ ed Eraldo Bernocchi sull’ultimo album. Tra le altre cose per un periodo abbiamo fatto diverse date in quintetto con Luca Mai e Stefano Colli (il nostro fonico in studio da anni) al No-Input Mixer. Quindi per un periodo limitato abbiamo anche suonato live con una specie di surround elettronico. Il risultato era abbastanza estremo. Per le prossime uscite non ti so dire, anche se credo che nella prossima release ci sarà una forte componente di elettronica e manipolazione sonora pesante. Ancora preferisco non annunciare niente a riguardo, ma in cantiere c’è qualcosa di veramente succulento su cui stiamo lavorando.

Come si preannuncia l’attività live per gli Psychofagist in questo 2012? Puoi dirmi come è lo stato di salute italiano per quanto concerne le esibizioni live, soprattutto poi per band estreme?
La situazione live in Italia ha raggiunto livelli raccapriccianti e vergognosi. Per quanto riguarda noi abbiamo un tour di una decina di giorni in Austria, Rep Ceca, Slovacchia e Slovenia nel quale condivideremo molte date con i nostri amici Fuck The Facts. Per il resto stiamo già lavorando a un altro tour in autunno, che speriamo sia il più lungo della nostra carriera, nel quale passeremo al Bloodshed Festival dove non vediamo l’ora di suonare!

C’è già un’idea su quando potremo avere un vostro nuovo album?
Mi sa che dovrete avere molta pazienza!

Cosa ti aiuta per creare musica, c’è qualcosa che ti da ispirazione?
Fondamentalmente l’ispirazione viene sempre da altra musica. A volte invece le cose arrivano e basta. Mi succede spesso di trovarmi a spasso con la mente e a volte succede che mi vengano idee o addirittura riff finiti nei momenti più inaspettati.

Grazie per l’intervista: rivolgiti pure, per concluderla, ai nostri lettori!
Ringrazio te e Metalhead per il supporto! Per chi volesse approfondire il nostro sito internet è www.psychofagist.com

Alberto Vitale

recensione: https://www.metalhead.it/?p=3639