FotoRhapsodyoffireIn occasione dell’uscita di “Into the Legend”, prevista per il prossimo 16 Gennaio, Alex Staropoli si concede ai nostri microfoni per una lunga chiacchierata su presente e futuro dei Rhapsody of Fire. Buona lettura!

Ciao Alex! A quattro anni dalla separazione con Luca Turilli, con due album in studio e un doppio live, credo si possa fare un bilancio complessivo della ‘nuova’ esperienza con i Rhapsody of Fire…

Ciao a te! Il bilancio è certamente positivo, la lineup è oggi la migliore che potessi immaginare, con una grandissima capacità strumentale e una presenza on stage magnifica. Sui dischi: “Dark Wings of Steel” è l’album che volevo realizzare in quel momento, il live rappresenta la nuova band (anche se poi abbiamo ancora cambiato due membri!), e il nuovo lp “To the Legend” corona il sogno che ho avuto subito dopo l’uscita di “Dark Wings”. Volevo creare un album epico, pieno di elementi diversi, lavorando con belle persone (a partire da mio fratello Manuel), avendo la possibilità di usare tre tipi di cori, soprano e quant’altro… volevo dare uno stampo sonoro più vario possibile.

“Into the Legend” a mio parere torna un po’ alle sonorità del passato, penso in particolare a “Triumph or Agony”…

Sicuramente avevo il desiderio di utilizzare strumenti e atmosfere tipicamente rhapsodyane… c’è certamente una differenza rispetto a “Dark Wings”, ma trovo “Into the Legend” in linea con le nostre produzioni. Questo, ovviamente al netto dell’utilizzo delle nuove tecnologie, con le quali tutto suona sempre meglio: ad esempio, ora ho a disposizione il Baroque Ensemble che avrei desiderato quindici anni fa. Ora abbiamo un suono davvero soddisfacente, che mi ha convinto fin dalle prime fasi della produzione.

Ti chiederei ora di parlarmi dei due brani che, in “Into the Legend”, mi hanno colpito maggiormente: “Winters Rain” e “The Kiss of Light”, che segna il ritorno di una suite nei vostri dischi!

Beh, posso cominciare con il dirti che, per “Into the Legend”, mi ero ripromesso di non scrivere una suite! (ride) Poi mi sono ritrovato tutto questo materiale epico, che poteva sfruttare l’orchestra, i cori, i soprano, il Baroque Ensemble… e il cantato di Fabio, che è stato davvero eccezionale! La cosa che davvero mi sorprende del brano è che dura diciassette minuti, ma volano via… finisce subito! Ha una immediatezza incredibile. Per “Winters Rain” c’è un lavoro chitarristico davvero notevole, avevo già la canzone pronta ma ho aggiunto moltissimo solo pensando agli ulteriori strumenti che avrei voluto utilizzare. Il mio processo di scrittura musicale di solito è molto intenso… ma per “Into the Legend” sono partito pieno di energie, e così mi sono ritrovato anche alla fine! Non mi era mai successo, di solito mi ritrovo spompato, mentre ora mi sento già pronto a cose nuove.

Puoi presentarci il nuovo bassista Alessandro Sala? Sempre a proposito di lineup, mi ha stupito la repentina ‘scomparsa’ di Tom Hess…

Con Tom purtroppo non ha funzionato a livello personale. All’inizio era tutto ok, poi dopo la separazione con Luca è cambiato qualcosa, quindi abbiamo preferito tagliare i rapporti. Mi è dispiaciuto anche separarmi da Oliver Holzwarth: lui e suo fratello Alex sono musicisti mostruosi, soprattutto sul palco! Ma dopo i momenti di ilarità con Oliver ci sono stati anche momenti negativi. Con Alessandro ci conoscevamo soltanto di vista, ma lui conosce da una vita Roberto De Micheli, che ha garantito per lui. Per me è importante avere persone con cui si possa comunicare e che siano amiche, sono troppo vecchio ormai per le menate e i problemi relazionali! (ride)

Parliamo del tour ora! Sul vostro sito ho letto che sarete presto in Messico, e poi… in crociera, giusto?

Sì, per svernare un po’! (ride) (ndr: si fa riferimento alla 70000 Tons of Metal Cruise, cui i Rhapsody of Fire parteciperanno il prossimo Febbraio). In Marzo abbiamo due date in Giappone, forse inseriremo anche altri show in Asia. Da Aprile ci dovrebbe essere il tour, probabilmente con tre date in Italia, ma non ho ancora informazioni ufficiali da dare.

Un giudizio sul “Prometheus” di Luca Turilli?

Io e Luca ascoltiamo gli album dell’altro, ma non diamo commenti nei particolari! Questo lo abbiamo deciso per mutuo rispetto. A me piace pensare che lui sia contento di quello che fa, e lui pensa la stessa cosa di me: così siamo a posto entrambi.

Ti faccio una domanda sul tuo passato: ricordo che tempo fa annunciasti una tua band in solitario, dicendo peraltro di aver trovato un grandissimo cantante per questo progetto. Dato che poi non ci sono più state notizie, ti chiederei che cosa è accaduto…

Il progetto purtroppo non esiste più, no, perché è venuto a mancare il cantante… che era Midnight dei Crimson Glory. Stringemmo una amicizia che durò parecchi anni, e progettavamo una band io, lui e mio fratello Manuel. Noi due siamo stati in Florida e lui poi è venuto da me a Trieste per ben due mesi! È stato addirittura ospite dei miei genitori, perché avevo lo studio lì da loro… si trattenne attorno al Natale del 2008. Lo coinvolgemmo con la nostra famiglia mentre lui scriveva i testi per il progetto. Ci lasciamo all’inizio del 2009 con la promessa di rivederci presto in studio: avevamo già pronti dieci brani e lui aveva scritto cose davvero belle… la sua morte ha concluso tutto. Per me era un sogno collaborare con lui: la mia band preferita erano i Crimson Glory e lui era il mio cantante numero uno. Conoscerlo e scrivere musica con lui è stato un grande onore. Oggi, in ogni caso, riverso tutta la mia energia compositiva solo per i Rhapsody of Fire.

Volevo parlare anche del video di “Into the Legend”, che ho trovato assai particolare: molto freddo, senza immagini fantasy o medievali…

È stata una scelta: in passato abbiamo realizzato video in castelli o cattedrali, stavolta volevamo un performance video, composto in studio, anche perché il periodo in cui l’abbiamo realizzato non si prestava alle riprese in esterni. È la musica che fa da padrone: ovviamente anche a me piacerebbe avere sempre un video stile “Game of Thrones” o “Lord of Rings”, che è la situazione in cui molti ci collocano di preferenza, ma pensiamo anche al budget! (ride) Comunque l’idea originaria era quella di fare due video, magari il prossimo sarà in una bella location!

Ti faccio una domanda da vecchio fan, che aveva sedici anni quando è uscito “Legendary Tales”: ti manca mai la spontaneità, se non addirittura l’ingenuità (da intendere in senso positivo) di quelle storie fantasy e del sound di quei primi album?

Naturalmente sì, c’era un po’ di positiva ingenuità, ma anche molta pianificazione. La cosa interessante è che moltissimi dei nostri primi brani erano composti in maggiore, e dunque erano allegri e positivi. Poi abbiamo cominciato con i brani in minore, che risultano più cupi: forse molti notano qui una differenza fra i primi dischi e quelli più recenti. Per “Into the Legend”, a dire il vero, ho ripreso a comporre in maggiore, per cui ci sono diversi brani positivi: mi è piaciuto riscoprire queste composizioni ‘positive’.

Ho visto che nel 2014 è uscito un vostro nuovo disco, un “Live in Atlanta” per la Magic Circle Music…

Noi non sapevamo dell’uscita, è stata una iniziativa della casa discografica, che ha ritenuto opportuno far uscire questo concerto registrato in presa diretta, non editato e rivisto… io ho sentito alcune cose, poi ho dovuto spegnere! Non va considerata una uscita ufficiale: nessuno mi ha scritto né informato.

Grazie per il tuo tempo, Alex!

Grazie a te, spero di vederti presto dal vivo!

(Renato de Filippis)