Il nuovo “Stones grow her Name” è l’occasione per fare quattro chiacchiere – rapide ma incisive – con Henrik “Henkka” Klingenberg, tastierista dei Sonata Arctica particolarmente convinto delle potenzialità della band finlandese. Buona lettura!

Salve ragazzi, saluti dall’Italia! Cominciamo come di consueto con una presentazione al nuovo album “Stone grows her Name”. Mi sembra che i vostri ‘confini musicali’ vadano sempre oltre…
Ciao! Sì, sono d’accordo, proviamo sempre a svilupparci e a scoprire nuove cose… e anche stavolta penso che abbiamo scoperto qualcosa di nuovo e decisamente cool!

Che cosa significano il titolo e la splendida e un po’ folle copertina?
Il titolo viene dalla canzone “Alone in Heaven”, nel verso in cui si dice ‘where stones grow dead names”, ma abbiamo pensato che la parola ‘dead’ fosse un po’ troppo oscuro per questo disco così l’abbiamo cambiata. Dopo tutto questo è un disco abbastanza positivo e ottimistico per i nostri standard. La copertina è un riflesso dei temi dell’album, in particolare la preoccupazione per il nostro pianeta e per il tipo di eredità che stiamo dando alle generazioni future.

Trovo che le migliori canzoni del disco siano “Losing my Insanity” e “I have a Right”… cosa puoi dirmi su questi due brani?
“I have a Right” è stato l’ultimo brano scritto per l’album per cui è arrivato veramente tardi, ma contemporaneamente è il primo singolo e il primo video. “Losing my Insanity” è stata originariamente scritta da Tony nel 2007 per il vincitore del Finnish Idol [uno spettacolo televisivo musicale finlandese, ndr], ma in qualche modo il pezzo non ha avuto l’attenzione che meritava e abbiamo pensato che si sarebbe trovato bene su quest’album (come effettivamente è). Tony ha chiesto a me e a Elias [Viljanen, il chitarrista dei Sonata, ndr] di elaborare una intro, così io ho scritto quella ‘cosa’ di piano che c’è all’inizio e Elias ha scritto la bella intro di chitarra. Quando abbiamo riflettuto su quale delle due utilizzare, Tony ha suggerito di inserirle entrambe e il risultato finale è davvero ottimo!

Le ultime due canzoni sull’album sono “Wildfire II” e “Wildfire III”, che assieme formano quasi un quarto dello sviluppo complessivo di “Stone”… di cosa parlano?
Sono la continuazione di una storia che è cominciata con “Wildfire” nell’album “Reckoning Night” nel 2004, e in queste il piromane che ne era protagonista fa il suo comeback. La storia è abbastanza lunga e un po’ complicata quindi vi suggerisco di tenere sott’occhio il testo mentre la ascoltate… solo così diverrà tutto chiaro!

Negli ultimi mesi avete pubblicato un nuovo album dal vivo, “Live in Finland”, il terzo della vostra carriera… che è anche il secondo dvd. Non pensi che 3 dischi dal vivo e 2 dvd siano troppo per una band che esiste da 15 anni?
No, assolutamente no. Ognuno dei nostri dischi dal vivo è decisamente differente dall’altro e se fai il paragone con gli Iron Maiden, che sembrano dover pubblicare un dvd live per ogni tour, penso che due video in 15 anni sia troppo poco piuttosto che troppo.

Ancora sul “Live in Finland”: ricordo che il titolo del disco avrebbe dovuto essere “Live in Italy”… cosa è andato storto con lo show a Milano?
Ci sono diverse cose che andarono terribilmente male in quella situazione. Eravamo stati male informati riguardo alcuni aspetti essenziali che hanno portato alla situazione in cui non avremmo potuto realizzare in quelle condizioni a Milano il dvd che i nostri fan meritano, per cui abbiamo dovuto cambiare i piani. Talvolta queste cose accadono ed è un vero peccato [l’espressione utilizzata, molto più colorita, è “bunch of crap”, ndr], ma alla fine ci siamo organizzati per realizzare un dvd killer a Oulu, dove avremmo potuto fare lo show con la produzione che volevamo.

Spero potremo parlare un po’ anche dello split con Jani Liimatainen…
In realtà non c’è molto da dire, 5 anni fa Jani organizzò la propria vita in un modo tale per cui smise di avere la possibilità di lasciare la Finlandia. Inutile dire che se non puoi andare in tour è un problema e alla fine non voleva proprio restare più nella band così lo abbiamo lasciato andare. Fine della storia.

Adesso vi aspetta un nuovo tour mondiale, sicuramente sarò presente al concerto di Roma. In quale stato ti piace di più suonare?
Non ho davvero una preferenza, siamo felici ovunque la gente si diverta e dica ‘yeah!’. Naturalmente è più interessante viaggiare in posti dove non siamo stati prima, ma se parliamo dello show non ha importanza per me, mi piace semplicemente suonare.

La scena metal in Finlandia è sempre una delle più grandi d’Europa. Mi puoi raccomandare un newcomer che apprezzi in modo particolare?
Lasciami pensare… Battle Beast è davvero una grande heavy metal band e penso che faranno davvero bene in futuro. Ascoltali!

Ti lascio come di consueto la fine dell’intervista. Spero vorrei salutare i MetalHeads italiani!
Grazie a te di rimando! Spero di vedervi tutti in tour e sarà grande andare lì fuori ancora una volta e suonare per tutti voi. Rock’n’Roll!

(Renato de Filippis)

Recensione