fotosuperbuttI Superbutt sono un’onda d’urto pazzesa eppure non esente da melodie di grande impatto sonoro. Il primo album della band ungherese è del 2001 e poi concerti su concerti e altri album, cinque in totale, altre release e videoclip, tanti, e un sound che cresce negli anni. “Music For Animals” è l’ultima fatica, presentato anche in versione doppio CD in cui è possibile ascoltare un lotto di canzoni nella loro lingua madre. Una band vissuta, d’esperienza eppure con una reputazione che è in continuo aumento, soprattutto attraverso la presenza live che il vocalist Andras Voros e compagni non si fanno mai mancare. Proprio lui è l’ospite di questa chiacchierata. [english version]

Grazie mille per questa intervista, per me è un piacere parlare con te e penso di essere il primo italiano a farlo!
Bene, forse non il primo, ma sicuramente uno dei primi. Il piacere è tutto mio!

I Superbutt esistono da oltre dieci anni e hanno realizzato anche diversi album. Ho letto che avete tenuto  oltre 600 concerti e suonato in 15 paesi. C’è anche l’Italia tra questi? So che tra poco verrete nel nostro paese.
Si, in passato abbiamo suonato due live in Italia a supporto degli Ignite nel 2003 e adesso, mentre sto rispondendo a questa domanda, abbiamo già fatto altri due live che si spera siano i primi di una lunga serie negli anni a venire (QUI il report).

In quali nazioni o città  avete trovato gli ambienti che vi hanno colpito positivamente e quali sono stati i compagni di viaggio con i quali avete meglio affrontato questi spostamenti.
Per la verità ci divertiamo ovunque. Certamente ci sono dei concerti che non sono sempre di buon livello ma,  in generale, troviamo qualcosa di “cool” in ogni paese. Vediamo sempre dei luoghi belli e conosciamo tante persone interessanti, per non parlare di grandi bands con cui abbiamo avuto la fortuna di suonare. Non potrei nominartene solo una o due perché nel corso degli anni abbiamo condiviso il palco con centinaia di bands, e ci sono talmente tanti gruppi bravi che ci vorrebbero ore a fare una lista di tutti.

Prima di parlare dell’ultimo realizzato “Music for Animals”, vorrei sapere quale album tra i precedenti vi ha dato una maggiore gratificazione.
Il nostro secondo album, “The Unbeatable Eleven”, è stato la svolta nel nostro paese nel 2003 e, a livello internazionale, penso che “You and Your Revolution” del 2009 abbia ottenuto le migliori recensioni prima dell’uscita di “Music For Animals”.

Per capire cosa fosse nella vostra discografia “Music for Animals” ho fatto una ricerca su youtube, trovandovi numerosi video e tra questi ho ascoltato a volte dei sound diversi da questo nuovo album. Mi chiedo se “Music for Animals” sia la cosa più pesante da voi realizzata.
Si, “Music for Animals” è il più pesante. La nostra line-up è cambiata prima che cominciassimo a scrivere l’album e i nuovi membri hanno un approccio più metal. Io sono anche “cresciuto” parecchio da quando si è formata la band e la musica più oscura e pesante si adatta di più al mio mondo di oggi che a quello di dieci anni fa.

“Music for Animals” possiede anche una versione doppio CD con dei brani molto particolari, come canzoni cantate in ungherese e cover. Mi sembra che l’ungherese si presti bene con il vostro sound, ma puoi dirmi come mai quelle tre cover in particolare?
La risposta è semplice: nel 2010 abbiamo suonato un live che definirei “speciale” dal nome “Red Bull Music Clash” per il quale abbiamo dovuto suonare delle cover diverse dal nostro stile. Abbiamo deciso di scrivere la nostra versione di questi tre brani e ci siamo divertiti a suonarle dal vivo quando abbiamo fatto quel live, abbiamo quindi pensato che sarebbe stata una buona idea registrale. Forse riesci a sentirlo… queste canzoni sono state registrate circa un anno prima che cominciassimo a lavorare in studio a “Music for Animals”. Hanno un suono diverso, ma penso vada bene così visto che il loro unico scopo è quello di rendere il disco bonus più vario ed interessante.

Tornando al discorso dei video, mi sembra che sia un mezzo che avete sempre curato con attenzione. Ho visto risultati davvero professionali e artisticamente validi.
Grazie! Ad essere sincero non è merito nostro. Il riconoscimento deve sempre andare ai registi e al tecnico del montaggio perché sono loro che fanno un lavoro fantastico e rendono il cortometraggio ottimo. Noi aggiungiamo solo la musica e le nostre brutte facce all’intera cosa.

Mi ha colpito il brano “Lust Kills” e il video (e non solo per le ragazze!). Quel sound fatto di un metal robusto ma melodico, spigliato e con influssi da altri generi. Mi ha ricordato gli amati Faith No More, dei primi tempi, e anche i Rage Against The Machine, tuttavia mi sembra che voi siate, ancora oggi, musicalmente più americani che europei. Cosa ne pensi?
Haha, “Lust Kills”! “C’era una volta”… Ma sai cosa? Penso che hai ragione: all’inizio eravamo, e siamo ancora oggi in qualche maniera, molto più influenzati dall’onda di rock e metal americano degli anni ‘90 rispetto alla corrente musicale europea del periodo (dall’heavy britannico, dal black scandinavo, dal folk tedesco o finlandese etc.). E, anche se le tendenze cambiano nel corso degli anni, noi non siamo stati influenzati da nessuno se non da noi stessi; le radici profonde sono li dove si trovavano 10-12 anni fa.

Sembrate la classica band live. Animali da palco, musicisti coinvolgenti e che riversano energia sul pubblico. Siete proprio questo?
Lo spero. Sai? Ci stiamo provando… si, è vero, ci divertiamo parecchio quando suoniamo, altrimenti non lo faremmo.

Ti ringrazio per questa intervista e spero vi farete onore scuotendo con il vostro sound i kids italiani. Visto che ti stanno leggendo lascia loro un messaggio.
Grazie per aver letto questa intervista, spero di incontravi molto presto! Ci vediamo dopo!

 

(Alberto Vitale)

Si ringrazia per la collaborazione Ennio Vitolo e la MSA

Recensione