fotowarlord1In questa lunga ed epica intervista, MetalHead discute con il grande William J. Tsamis del nuovo disco dei Warlord, “The Holy Empire”. Ma c’è spazio anche per parlare di christian metal, dei testi della band e del senso generale della guerra, in quella che piano piano diventa una sorta di presentazione generale di William e della sua arte. Buona lettura! (english version)

Salve William, e grazie davvero per questa intervista e per il tuo tempo. Sei soddisfatto di “The holy Empire” e delle reazioni al disco?
Salve e grazie a te, Renato, mi fa piacere parlare con te. Risponderò a questa prima domanda con un ‘sì’ su entrambi i fronti. Avevamo intenzione di creare un disco ‘diverso’, per ‘uscire dagli schemi’, potremmo dire, e questo intento è stato soddisfatto sia sotto il profilo compositivo che per quanto concerne la produzione. La risposta dei fans è stata fenomenale e ci ha portato alla quarta ristampa del disco in cd, la richiesta dal Giappone di una versione per il mercato locale (che è disponibile dalla fine di Novembre), una edizione in vinile già sold-out e una in cassetta, pure esaurita. Anche le recensioni sono state estremamente positive: il disco ha ricevuto dappertutto votazioni molto alte, sia su carta stampata che online, e non potremmo essere più felici.

Perché Rick Anderson non è più un membro della band? Trovo che la sua prestazione su “Empire” sia davvero superlativa…
Sono d’accordo con la tua opinione riguardo alla performance di Rick, anzi andrò oltre e dirò che il disco non sarebbe potuto essere cantato in quella forma da nessun altro. Rick ha fatto un lavoro assolutamente fantastico, anche contribuendo con grandi idee per le strutture armoniche (che ho incluso nel prodotto finale) e sono davvero felice in ogni aspetto per la sua prestazione (come lo sono anche in definitiva anche i fans, nonostante i dubbi iniziali). In ogni caso, come sai, c’è un pezzo del disco (“Kill Zone”) dove non appare Rick ma Giles Lavery, che ci ha anche aiutato durante il mini tour europeo del 2013. Questo perché la voce di Rick non si adattava a questo brano. La voce umana, a differenza degli altri strumenti, ha un timbro fissato, un tono – un ‘sound’ potremmo dire – che non può essere cambiato, per cui o funziona per una musica oppure no. La musica che sto componendo ora, quindi, mi ha inevitabilmente portato a cambiare cantante. Ho bisogno di una voce con un registro alto e più potenza, vicina ai suoni di “Deliver us”. Nicholas [il nuovo cantante, ndr] ha proprio quel tipo di voce, e naturalmente il cambio di vocalist è stato quasi istintivo. La musica ci porta in quella direzione, e noi dobbiamo seguire la musica.

Credo che i testi di “Empire” siano più esplicitamente cristiani di prima. È una scelta intenzionale? Definiresti i Warlord del 2013 come una christian metal band?
Lasciami ripetere qualcosa che ho detto recentemente in una intervista televisiva: chiamare i Warlord una band ‘christian metal’ o ‘white metal’ sarebbe troppo restrittivo. Ragionando un po’ su questo, è ovvio che come compositore e paroliere siano presenti, in ciò che scrivo e compongo, le mie ben pubblicizzate credenze personali. L’immaginario che ho creato attraverso la musica e le parole potrebbe contenere barlumi di archetipi presenti nel mio personale sistema di fede, e per alcune persone potrebbero essere riconoscibili come tali. In ogni caso, le questioni che pongo e i soggetti che tratto sono assolutamente universali; in generale, come esseri umani condividiamo molte domande e molti obiettivi. Provo a presentare queste idee in una forma che possa toccare le persone artisticamente e personalmente, trascendendo le barriere di fede. Inoltre, non credo che ogni canzone del disco possa essere caratterizzata come ‘basata sulla fede’. Per ribadire, quindi: no, i Warlord non sono una christian metal band. Proviamo a servire l’arte, ovunque essa ci porti.

In ogni caso, nei testi dei Warlord e in particolare in quelli dei Lordian Guard, la Bibbia è una costante fonte di ispirazione, e qualche volta incorpori versi della Scrittura (o chiare allusioni ad essi) nelle tue composizioni. Questo è un metodo compositivo incredibilmente simile al processo scrittorio della filosofia e della teologia medievali che io studio… ne sei consapevole? Trovo affascinante questa corrispondenza…
Come ho esposto prima, nel caso dei Warlord tutto questo non è stato intenzionale, ma piuttosto un sottoprodotto della materia trattata. Infatti la Bibbia è riconoscibile in tutto il mondo come opera che pone domande universali, ed e lì che molte delle domande che abbiamo come uomini hanno una risposta. I Lordian Guard, invece, sono un progetto “Christian apocalyptic Mediaeval/Renaissance metal” che approccia specificamente la musica attraverso la teologia e la filosofia cristiana, e lo fa sia nello stile musicale che in quello scrittorio. Come risultato di tutto ciò, ha chiari riferimenti ai testi biblici e ai loro studiosi, ma non si ferma qui; ho usato fonti come Milton per avere ispirazione e creare l’ambiente giusto per questo tipo di immaginario musicale.
In ogni caso ho certamente utilizzato citazioni, di solito leggermente modificate, sia nei brani dei Warlord che in quelli dei Lordian Guard, e amo sempre utilizzare livelli multipli di comprensione nei brani che scrivo. Così essenzialmente raggiungo fan differenti con questioni personali differenti su un livello differente, più personale, ma posso anche includere significati dentro i significati.

In quest’ambito, ho sempre pensato a “Deliver us” come una sorta di ‘moderna preghiera in musica’… saresti d’accordo con questa lettura?
È una prospettiva davvero interessante e originale! Penso che si possano tracciare dei paralleli, se accettiamo che una preghiera sia una richiesta a una potenza superiore per il trionfo del bene sul male, almeno parlando in senso generale. Devi ricordare che al momento in cui ho scritto le canzoni di “Deliver us”, e in particolare “Deliver us from Evil”, alla quale presumo tu ti stia riferendo, la mia fede non si era ancora sviluppata in questa forma attuale, né avevo ancora deciso quale percorso filosofico seguire nella mia vita. Tutto questo è venuto dopo, sebbene le domande e i temi con cui avevo a che fare al tempo non differiscono da quelli di ogni altra persona, di allora o di ora. Per questo non rifiuto la tua interpretazione, né la disfo, perché guardando indietro, oggi, capisco che avevo già scelto il sentiero che mi ha portato dove sono ora. Il brano non era naturalmente concepito nel modo in cui tu dici quando è stato scritto, sebbene a livello inconscio poteva esserlo bene!

fotowarlord2In “Kill Zone” e “Night of the Fury” discuti del resto altri tempi, stavolta con un approccio visionario e quasi mistico. Cosa pensi delle recenti guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente e dei tragici eventi dell’11 Settembre?
“Kill Zone” e “Night of the Fury”, ma soprattutto il primo brano, sono grandi esempi di perché i Warlord non dovrebbero essere caratterizzati come una christian metal band. Il loro immaginario è duro e selvaggio; come prodotto artistico intendono provocare ed evocare determinati sentimenti. Entrambe le canzoni illustrano molto bene il dolore, la sofferenza, l’odio e le follie della guerra. Molti fan sono stati in realtà colti alla sprovvista quando hanno ascoltato per la prima volta questi pezzi, e ci è voluto un po’ prima che comprendessero tutto il contesto. È in particolare l’ambientazione contemporanea che li ha molto sorpresi, e alcuni di loro sono stati dubbiosi riguardo alla mia posizione. La mia personale idea può essere riassunta come “La guerra è il principio di tutti i mali” o “La guerra è crudeltà”, per parafrasare e citare Stonewall Jakcson e William Tecumseh Sherman. Riconosco inoltre che la guerra è una componente della vita e che è sempre presente nella storia umana. Queste cose sono vere per OGNI guerra, non soltanto per quelle recenti. Per quanto riguarda l’11 Settembre, posso solo offrire i fatti: è stato un crudele, ingiusto e codardo atto di guerra. Anche in modo simbolico, è stato un momento profondamente doloroso per il mio paese, che era assolutamente impreparato per un tale attacco. Se ciò che stai chiedendo è se le guerre che ha generato sono giustificate, e ciò che ne è derivato era previsto, risponderei che ‘la strada per l’inferno è fatta di buone intenzioni’. La guerra (certamente quella in Afghanistan) era giustificata ma, come sempre accade in una quella, il risultato non è mai quello desiderato. È nella natura della guerra anche questo, e come accade in ogni guerra, sono le persone semplici che soffrono, alla fine.

E cosa sono le “70.000 sorrows written across your face”? È questa la storia della TUA redenzione?
Tutte le canzoni che scrivo, in qualche forma, contengono elementi autobiografici. In questo caso il brano parla delle ‘prove’ e delle ‘tribolazioni’ che ciascuno (e io non faccio eccezione) deve attraversare per raggiungere la redenzione. NON è la storia della redenzione, il capitolo al riguardo è già chiuso. La chiamerei ‘la storia delle prove che capitano durante il percorso’ della vita di un uomo. Le mie prove sono ben note, per cui sì, si parla di esse, ma in un modo che ogni persona può fare proprio. Ognuno di noi prova dolore e sofferenza in qualche forma durante la propria vita, e questi lasciano segni sia sul carattere di una persona che sul modo in cui affronta la vita. Tutte questa cose sono “written across your face”.

Mi piacerebbe ancora chiederti qualcosa a proposito della mia canzone preferita dei Lordian Guard… “War in Heaven” è, nella mia opinione, una delle migliori canzoni di epic metal di sempre! Dobbiamo leggerla come una metafora o è una scelta di immagini dall’”Apocalisse” ed altri testi antichi?
“War in Heaven”, come del resto è specificato nel booklet, è basata essenzialmente sul “Paradiso Perduto di John Milton. Questo testo epico tratta in realtà di eventi che hanno a che fare con il Peccato originale e non con l’Apocalisse. Nel mio adattamento ho lasciato Adamo ed Eva del tutto fuori dalla narrazione, perché desideravo concentrarmi sulla battaglia fra bene e male. È un tema che ho rivisitato con frequenza, uno dei primi esempi è “Deliver us from Evil” e fra gli ultimi ci sono “70.000 Sorrows” e “Thy Kingdom come” (sebbene in questi casi la ‘battaglia’ sia più sottile rispetto alla rappresentazione a tutto tondo di “War in Heaven”). In ogni caso hai ragione, tutto questo porta con sé un significato metaforico, o piuttosto si sviluppa su più livelli. Come molti dei miei brani, cosa che ho detto sopra, ha più livelli di comprensione che attendono di essere scoperti. Per cui al primo ascolto si coglie l’aspetto narrativo, ma il pezzo può anche essere ascoltato come una descrizione del fiorire e del declinare della vita. A un livello ancora più profondo, è una sorta di guida spirituale. Dipende da come ogni ascoltatore ama approcciare i miei brani, e qui non si fa eccezione.

Puoi conciliare facilmente la tua attività musicale (in particolare i concerti live) con gli impegni accademici? È facile per te essere un professore di teologia e una star dell’heavy metal?
Da quando sono stato malato ho dovuto abbandonare la mia carriera accademica – è stata una delle decisioni più difficili che abbia mai dovuto prendere, dato che insegnare era per me un’esperienza davvero appagante. Ora che sto meglio (in parte anche grazie alla musica) sono di nuovo un musicista a tempo pieno, così non c’è conflitto. Quanto all’essere una ‘star’ dell’heavy metal, beh, non penso che sia vero; capisco che molte persone mi vedano in questo modo e sono eternamente grato per il loro supporto, ma non sono null’altro che una persona normale che si sforza di esprimere sé stesso attraverso la propria arte.

Adesso ci aspettiamo di vedere i Warlord in Italia! Avete già organizzato un concerto nel mio paese per il futuro?
Sfortunatamente i concerti non sono organizzati da noi; se ne occupano i promoter. Ci piacerebbe molto suonare in Italia, in particolare dato che abbiamo un componente italiano nella versione dal vivo dei Warlord, il mio buon amico e eccellente chitarrista Paolo Viani. Capiamo che i fan italiani sono molto appassionati, come tutti i mediterranei, e sarebbe una grande esperienza per noi e per i fans. Se un promoter dunque ci contattasse con una proposta ragionevole, la accetteremmo volentieri.

Puoi già dirmi qualcosa riguardo al quinto album dei Warlord? Quando sarà pubblicato?
Beh, non posso rivelare molto al momento, a parte che proverò nuovamente a presentare qualcosa di ‘nuovo’ ed ‘eccitante’. Con Nicholas nella band espande molto gli ‘strumenti’ a mia disposizione come compositore; il disco sarà un po’ più heavy, questo è certo. Penso che piacerà ai fan. Quanto alla data, dovrebbe arrivare certamente entro il 2014. Al momento è tutto ciò che posso dire.

Grazie davvero per il tuo tempo e per la disponibilità. Spero vorrai salutare i fan italiani!
Grazie a te! Il nostro messaggio per i fan italiani è di gratitudine; per quanto “The Holy Empire” non sia disponibile nei normali negozi di dischi italiani, i fan del tuo paese possono acquistarlo nel nostro webstore (www.warlord-official.com/warmart/), e lo stanno facendo in numero crescente. Vi siamo sempre grati per il vostro supporto e speriamo di vederli di persona portando i Warlord in Italia!

 

(Renato de Filippis)

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