Un concerto è andare in un luogo per trovarsi di qua e loro, gli artisti, di là. C’è uno steccato ma si interagisce comunque.

Il 17 settembre al Blah Blah di Torino ci sono i Philm di Dave Lombardo, Francisco “Pancho” Tomaselli e Gerry Nestler.
Non si è in un’arena al Blah Blah: questo è un club dove si entra e si beve, si conversa, si ascolta buona musica. Un bicchiere, bella gente, la musica e l’atmosfera è il collante supremo di questa piacevole realtà torinese. Gestore, personale, clienti e artisti sono un’unica cosa. Dai tavolini sotto i portici di via Po al bancone del bar, la sala col palco, fino al corridoio del backstage è un trafficare di gente che si aggira a suo agio come a casa.
Questa sera c’è euforia al Blah Blah. Ci sono i Philm di Dave Lombardo: una divinità del thrash metal, un batterista che con gli Slayer ha mostrato più di un modo di come suonare il metal. Molti per lui, certo, eppure non pochi quelli che presenziano anche per i Philm, autori di un fantastico “Fire from the Evening Sun” (QUI), senza dimenticare l’esordio intitolato “Harmonic”.
Questa sera si vive un’atmosfera stile party, un ‘tra noi’, ma sensibilmente aperto a chiunque. Io e Francesca ci presentiamo all’anfitrione Machno per conto di Metalhead e in quel momento noto che nel corridoio di fianco al bar che porta al backstage i Philm al completo attendono il loro momento.

 

Dovrebbero iniziare alle 22, ma Dave chiede qualche minuto ancora e saranno poi circa una ventina. Successivamente, girovagando da solo, incrocio Dave Lombardo nel corridoio del backstage. È solo, si concentra, va avanti e indietro con le mani dietro la schiena, smorfie e lunghi sospiri. Mi secca deconcentrarlo, ma avrò la possibilità di parlare di nuovo con lui? Dave Lombardo di fronte a me: quando mi ricapiterà? Mi avvio verso di lui con la mano tesa per presentarmi e spiegargli perché sono lì. La sua perplessità iniziale viene rotta da un suo sorriso (lui o è serio o sorride, non ha espressioni intermedie, guardate foto di lui o i filmati dei vari clinic) e dalla stretta di mano. Mi spiega che ha problemi alla gola, che è un po’ influenzato: i soliti acciacchi da tour. Gli dico che l’importante è che suonino, perché la loro musica è stupenda e verrà fuori magnificamente. Mi ringrazia e mi chiede il parere sull’ultimo album. Riduco il mio pensiero a un “Davvero bello” e a un saluto. Lo lascio in pace perché pochissimi minuti dopo Dave, Pancho e Gerry entrano in scena.

Volumi decenti, per un muro sonoro che inonda la sala. I pezzi di “Fire from the Evening Sun” suonano più sporchi dal vivo, è normale, ma l’efficacia e le rifiniture non vengono per nulla scalfite. Anzi, Pancho Tomaselli esibisce una tecnica anche più estrosa del previsto. I tre riescono a dimostrare lo stesso amalgama dei due album, ma ritagliandosi continuamente ognuno il proprio spazio e un’identità sopraffina. Apprezzabile anche Nestler per la sua chitarra spesso dai toni acidi, psichedelici e comunque possente nel creare un muro sonoro. Lombardo indossa la solita maglietta nera e il berretto con visiera al contrario, insieme a un matrimonio di estro e tecnica s-p-a-v-e-n-t-o-s-i.
Circa un’ora ed ecco i saluti al pubblico, ma seguiti dai bis, tra i quali il brano di chiusura inedito “The Chalice”, che figurerà sul prossimo album. Qualcosa in stile grindcore estremo con dentro un bridge davvero raffinato.

Il dopo-concerto è da favola. La ventata di classe e adrenalina dei tre viene accantonata da quella rinnovata atmosfera da ‘serata tra noi’. I tre si recano al banco del merchandising accanto al mixer, dove si scatena un vortice di autografi scritti ovunque: su agende, foglietti, volantini della serata, brochure della UDR (l’etichetta della band), pelli di batteria, CD, vinili (qualcuno con quelli degli Slayer) e décolltè! Foto per tutti, ovviamente, tra sorrisi e mani a corna sempre esibite.
Vanno avanti per un po’ i nostri, poi però si dirigono a smontare i propri strumenti e l’attrezzatura, anche se spesso interrotti da richieste di foto e autografi.

 

Dave Lombardo si concede uno sguardo ai 45 giri del DJ che piazza musica anni ’60, chiedendo di ascoltarne uno. Curioso vederlo, sia prima sia dopo il concerto, accennare movimenti al ritmo della musica che passavano dall’impianto. Un giocherellone!
Qualcuno si offre per portare fuori le casse da caricare nel minibus parcheggiato davanti al locale. Sintomo del fatto che al di là di carisma, bravura e simpatia dei Philm, la serata è riuscita. Poco prima dello spettacolo Francesca aveva udito un dialogo tra Dave e il tour manager nel quale si constatava che c’era molta gente. Torino ha fatto la sua parte.
Il tono informale procede quando, a strumenti caricati, Dave Lombardo, Pancho Tomaselli e Gerry Nestler si intrattengono al bar oppure ai tavoli fuori con la gente, in assoluto relax e a bighellonare.
Sono stanchi, il tour non concede pause. Dal 7 al 24 settembre, da Praga fino a Bruxelles, passando per Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Croazia e Italia (con sei date), alcune aggiunte all’ultimo. Ottimo, davvero. E poi Francia e Belgio. Nonostante ciò la tensione di una serata andata bene che si scioglie, porta i nostri a stare con la gente. Lombardo sorride e parla. Pancho girovaga e si improvvisa fotografo, Gerry è un po’ elusivo, pur non rinunciando mai a un sorriso e a essere affabile. Niente steccati questa sera. È questa la nostra impressione.
Vedere Dave Lombardo sotto i portici in questo scorcio di Torino di notte è qualcosa che fa pensare a un sogno che sospende anni di piogge di sangue sui palchi di tutto il mondo.
Gente che parla di auto, di fatti propri, di calcio… e di fianco c’è Dave Lombardo che scherza e si mette in posa per un foto… Un sogno? No, è il Blah Blah che ospita i Philm.

Non è finita qui. Francesca alla fine chiede timidamente una foto. È incerta già da un po’ per questa richiesta, perché si rende conto della loro stanchezza, è suggerisce come scattarla, cioè con la prospettiva di via Po alle spalle. La richiesta viene accolta con entusiasmo da un Dave Lombardo che chiama ad alta voce Pancho e Gerry, decidendo di improvvisare un set esattamente al centro della strada con le auto dietro che arrivano. Mi piazzo davanti a loro… Quando mi ricapiterà?

(Alberto Vitale)

 

Foto: Alberto Votale