Metalhead vi ha raccontato del nuovo album degli Space Mirrors, “The Other Gods” (QUI), e intervistato Alisa Coral,(QUI), la mastermind della band; la chiacchierata è nata grazie all’intermediazione di Martyr Lucifer collega di Alisa, infatti è il cantante degli Space Mirrors. Della gentile disponibilità di Martyr Lucifer Metalhead ne ha abusato, chiedendo al vocalist di spiegare come è nato l’album. Ecco in esclusiva le sue impressioni ed il video di “She Devil”.

fotoxmartyrlL’idea concreta per “The Other Gods” nasce attorno al gennaio/febbraio 2012, quando io ed Alisa ci siamo scambiati le prime mail riguardanti i nuovi brani. Ma in realtà l’idea generale nasce con “In Darkness They Whisper”, l’album precedente, che era il primo di una trilogia dedicata a (o per meglio dire ispirata da) H.P. Lovecraft. Quindi la stesura dei pezzi è cominciata, appunto, un anno e mezzo fa, e Alisa essendo la mastermind del progetto, si occupa di scrivere tutte le musiche ed i testi, quindi io rimanevo in attesa che mi arrivassero i suoi demo per cominciare ad immaginarmi le linee vocali.
E’ un processo al quale dedico molto lavoro ed attenzione, perché diciamo che collaborare con Space Mirrors ha sempre rappresentato per me una sorta di sfida, essendo lo space rock un genere che in precedenza non avevo neanche mai ascoltato. Anche se definire il sound di Space Mirrors come space rock è molto limitante, in quanto si possono riscontrare elementi provenienti da altri generi come il prog, il symphonic, l’heavy metal, il gothic, ecc.
Alisa mi ha sempre dato carta bianca per quanto riguarda le linee vocali e si fida ciecamente del mio stile vocale e delle mie capacità interpretative, tuttavia non manco di chiederle consigli o dritte su cosa le piacerebbe che io facessi. Questo metodo funziona, mi aiuta ad entrare maggiormente in sintonia coi pezzi. C’è anche da dire che nei miei principali progetti precedenti ero anche autore, parzialmente come lavoro di squadra in Hortus Animae e completamente nel mio progetto solista Martyr Lucifer (e in maniera marginale anche con Opposite Sides a livello lirico e di alcuni arrangiamenti), quindi anche il ruolo di mero interprete è stato inizialmente strano per me. Però, dai, è anche rilassante, vai in studio, canti e poi ti siedi sul divano a dispensare consigli sul mixaggio ahah!
Però, essendo ormai un membro fisso e stabile del progetto Space Mirrors, in “The Other Gods” ho proposto ad Alisa la musica per un brano, ovvero l’opener “Stranger in the Mirror”. Si tratta di un brano molto energico e che ben si sposa con le sonorità di Space Mirrors e ci tengo a precisare che non ho mandato ad Alisa un brano che avevo scartato per Hortus o ML, ma che è stato scritto appositamente per SM. Anche questa cosa è stata molto rinfrescante per me, in quanto le partiture sono poi state affidate a musicisti che io non conosco personalmente (salvo il chitarrista per quel brano, Amon 418, che ha suonato con me in Hortus Animae ed Opposite Sides), e quindi ero molto eccitato di sentire come sarebbe stato il risultato finale! Da qui si sarà capito che non ci siamo mai incontrati in studio, nessuno di noi. Salvo con Claudio Tirincanti, batterista di Blaze Bayley ed attuale batterista in pianta stabile in Space Mirrors, che vive nella mia zona ed abbiamo già suonato assieme anni fa.
Io l’ho raccomandato ad Alisa, trattandosi di un batterista molto bravo e versatile ed anche perfetto per il live feeling che lei voleva ottenere dai nuovi brani. Neanche con Amon ci siamo incontrati in studio, in quanto si era trasferito a vivere in Germania, quindi anche lui ha lavorato a distanza. Ma ormai lavorare a distanza è diventata una consuetudine anche per le persone che vivono nello stesso posto, è praticamente così che ho registrato i miei recenti EP, dove ho collaborato con musicisti della mia zona (tranne con Antarktica e Adrian Erlandsson) ma in ogni caso siamo sempre andati avanti a suon di file-sharing. Beh, insomma, questo per arrivare al fatto che lavorare a distanza non è assolutamente un problema ne tantomeno è limitante. Basta avere le idee molto chiare quando si entra in studio. Si improvvisa in sala prove o mentre componi, ma quando entri in studio bisogna essere preparati al 100%.

continua