(Agoge Rec.) Musicisti a tutto tondo i romani Sviet Margot perché nella loro musica vivono molti elementi. La voce di Tiziana Giudici si mette in mostra per dolcezza e grinta, per l’essere melodiosa o possente, con alcune inflessioni che a volte ricorda lo charme di Debby Harry. Voce capace e versatile, del resto occorre una cantante così se si decide di spaziare dal rock energico al rock-pop con continui cenni di elettronica, oltre al solo pop. “Simply Sunny Blue” è semplicemente andante, allegra e solare. Malinconica e dolce “Star and Heartwind”, ma sull’atmosfera e la calma c’è anche “Ash” dove la Giudici si esibisce più o meno da sola. “Shining Brain” ha elementi soul, funky e nell’insieme offre una progressione di tutto rispetto delle melodie e della stessa struttura grazie all’estro dei singoli. La title track mostra una band capace, in quello che è un pezzo paragonabile a del semplice prog-rock. Chitarra, basso, batteria e tastiere affiancano la voce e svelano una capacità di stile che sa essere raffinata e con momenti brillanti, pur cadendo in situazioni anche superflue, come appunto i passaggi prog in netto contrasto con momenti di natura rock-pop. Lascia un po’ di perplessità, ma è una stretta opinione di chi scrive, che “Glance to Infinity” rientra in quasi un’ora di musica con tredici canzoni. Magari tutte di un certo valore, ma in un’epoca di fretta, cose brevi e di ‘singoli’ si poteva stringere sui contenuti e fissarli in un’unica direzione di stile. Notazione a parte che non vuole sminuire impegno e qualità, del resto è pensabile che la band abbia voluto prendersi tutto lo spazio possibile per lanciarsi nelle proprie idee. Le necessità compositive sono ambiziose e svariate e questi musicisti con buona preparazione dovranno affinarle.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10