(Despotz) Album di debutto per questa formazione svedese impegnata in un fantastico ed iper epico Medieval Folk Metal, farcito di cori superbi, cornamuse e strumenti etnici! Musicalmente siamo su territori a cavallo tra metal moderno e doom, evidenziato da un titolo apocalittico (“La fine è vicina”, ndr). Per quanto riguarda il cantato siamo a livelli di piacevolissima superbia corale… non c’è un singolo lead singer… sembra piuttosto la parte corale maschile dei Therion, bands alla quale pagano un parziale tributo stilistico. Immaginatevi del doom, con un po’ di Paradise Lost e Therion, il tutto in chiave etnica e folkloristica: un mix intenso, godibile che fa immaginare concerti con una teatralità travolgente. Ogni brano è lunghissimo (tranne un intermezzo, mai sotto i 6 o 7 minuti… con punte di oltre 10 con il brano finale). Intensa e coinvolgente la opener “The Garden of Earthly Delights”, canzone che dimostra immediatamente le sensuali capacità emotive del quintetto. “Pyre” svela dettagli interessanti come brevissime sezioni di growl eseguito in coro. Profonda ed emotiva “Flagellants’ Song” con un testo che descrive in maniera dettagliata ma con tono romantico l’autoflagellazione, l’autopunizione. Ottime parti vocali con “Theatre of War“, forse il brano che più ricorda i Therion, affiancato dalla conclusiva “Here Be Monsters“, traccia che ripropone ancora una volta sezioni con un ottimo growl di matrice death/doom. Uno scenario epico senza limiti! Materializzato con intelligenza, cura e gusto. Un ottimo album! Un’ora gloriosa, di metallo moderno e ricco di riff anche pesanti resi sublimi da cori, melodie folk e da una gamma di strumenti non certo banale!

(Luca Zakk) Voto: 8/10