(Tanto di Cappello Records/Grindpromotion) Una band di Cuneo che ha suonato live con Wormrot, Maruta, Jesus Ain’t In Poland, Tools of the Trade cosa può suonare se non il grindcore? Anzi, in teoria vengono presentati come powerviolence e cioè qualcosa che si mette in mezzo all’hardcore/thrash metal e il grindcore. Momenti passaggi dal riffing più tipicamente hardcore, vengono accompagnati da un drumming decisamente grindcore; ne viene fuori un’armonia particolare e non solo una ventata di violenza come viene solitamente generata nel puro grindcore. C’è quindi la possibilità di ascoltare dei riff più cristallini e puliti, rispetto alla poltiglia sonora dei puristi del grind. Pezzi come “Motochrist Superstar”, “Last Time You Ate Grongo” o “The Bad and the Breakfast” in cui scorporando i pochi secondi accelerati, gli strumenti hanno un andazzo rock. Secondi, l’album vive su questi: sedici pezzi, meno di venti minuti di musica, la quale somiglia ad un collage di partiture che sconfinano in altre. Una catena di eventi, violenza, metal e melodie che creano un flusso allegro. Non c’è quell’estrema serietà del grindcore, ma ne ha quell’aspetto violento, dall’hardcore “Unforgivable Holidays” propone invece le melodie sbilenche e rognose. Il risultato è il saper catturare il consenso dell’ascoltatore da subito, in barba ad ogni aspetto formale e con pizzicate sonore di mezzo minuto o di uno e mezzo. Quando ci arrivano, cioè quattro volte su sedici. la brevità dei pezzi diventa un punto di forza: tre o quattro riff con il loro flusso melodico, una scaricata di colpi improvvisi, qualche urlo e il brano fa colpo. A quel punto sotto con un altro. Essenziali, ma memorabili.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10