(Symbol of Domination Prod.) Le melodie di SiN sono piacevoli. È un musicista capace di comporre musica evocativa. Atmosfere, melodie, sono epiche e non imponenti, posseggono una lieve grazia. In tal modo il black metal di Astarium si tinge di tratti sinfonici, quanto di scorci atmosferici e dark. Al contempo però i suoni sono il punto debole del tutto. Le tastiere nella maggior parte dei casi sono troppo esili, eccessivamente di plastica. Le distorsioni delle chitarre non sono rocciose e hanno una fattezza digitale. Detto questo, non si vuole condannare SiN per i mezzi a sua disposizione. Astarium è una one man band che non nasce nelle grandi produzioni. SiN vive in una zona remota della Siberia, nella parte sud di essa, a Novosibirsk. Ha pubblicato tante cose, alcune recensite QUI e QUI, e “Drum-Ghoul” rappresenta l’ultimo album. Un’atmosfera gotica, a tratti dark e dai toni orridi, avvolge il black metal che poggia su distese di tastiere. Batteria artificiale, eccessivamente sepolta dagli altri strumenti. SiN ha sviluppato i testi e lo stesso timbro musicale, sulla novella “The Slitherer from the Slime” di Lin Carter e Dave Foley. “Hill of Scape-Gallows” apre con oltre sedici minuti l’album, chiuso dai dodici di “Pernicious Elixir”. Tra i due pezzi “Dead Asylium” e “Hospitality of Demon”, comunque due composizioni affatto brevi. L’opener vede il concatenarsi delle idee e stili di SiN. Una sorta di marchio di fabbrica. La varietà contraddistingue comunque l’album, mentre “Hospitality of Demon” rappresenta la composizione più convincente delle quattro. Semplicità, un buon arrangiamento e le atmosfere lugubri creano la giusta atmosfera. Andante, lenta malinconica, la conclusiva “Pernicious Elixir” è un esempio di symphonic black doom metal. Pur con i già citati limiti della produzione, Astarium con “Drum-Ghoul” conferma i suoi aspetti migliori, il proprio modo di fare. Viene difficile dare una valutazione serena all’album, perché presenta delle buone cose e mentre altre sono evidentemente condizionate da fattori esterni alla musica.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10