(Indie Recordings) Oltre al black, al power ed ad un’altra gamma di sottogeneri, c’è un altro genere, o meglio un’altra band, che canta tematiche gloriose. Sono i norvegesi Einherjar, nome che rappresenta i combattenti che consacrano la propria vita alla morte sul campo di battaglia, per poi essere accompagnati alle porte del Valhalla dalle valchirie e successivamente festeggiare con i compagni, continuando a combattere fino alla fine dei giorni, fino all’ultima battaglia divina. Fino al Ragnarok. Tra i pionieri del viking metal, gli Einherjer arrivano all’ottavo full length, a venticinque anni dalla fondazione. Venticinque anni tormentati ma anche mitici, durante i quali c’è stata una pausa artistica ma anche un paio di nominations al grammy norvegese. Si tratta di musica possente, musica che racconta storie, attingendo a piene mani dai miti, dalle leggende mistiche, dalle saghe, da poemi e canzoni popolari, dalla vita nei boschi fino al sangue che scorre caldo sulle lame delle spade conficcate sul suolo del campo di battaglia. Senza andare a cercare cose strane, deviazioni folk oppure suoni vicini ad atmosfere e radici culturali, gli Einherjar hanno messo sul tavolo dieci canzoni di feroce e coinvolgente metallo. Rocambolesca e remotamente punkeggiante “The Spirit Of a Thousand Years”. Mid tempo superlativo e cadenza spacca vertebre su “Mine Våpen Mine Ord”. Lineare ma piena di energia “Fra Konge Te Narr”. Molta voglia di guerra in uno dei brani in inglese, “Kill the Flame”. Capolavoro di potenza che emerge dalle viscere della terra con “Mot Vest”. Pulsante, travolgente e decorata con assoli avvincenti e molto tecnici “Døden Tar Ingen Fangar”. Intensi gli arrangiamenti di “Tapt Uskyld”, oscura ed epica “Av Djupare Røtter”. Dieci brani heavy metal che non perdonano, che invitano all’headbanging, che risultano catchy, taglienti ma anche estremamente melodici, spesso con una impostazione inneggiante. Heavy metal che esalta l’acciaio, il guerriero, la forza, il sangue… sfidando la morte. Heavy metal puro, essenziale, ma personale ed infinitamente inebriante. Musica scritta dalla band per essere tuonante, travolgente, irresistibile… intenzioni poi confermate dalla scelta dell’undicesimo brano, ovvero una cover: “Deaf Forever” dei Motörhead!

(Luca Zakk) Voto: 8/10