(Avantgarde Music) Sembra proprio che il cervello pensante dietro l’entità Selvans si sia cambiato d’abito, abbia per così dire deciso di mutare in un nuovo animale, una nuova creatura sonora. “Ad Malum Finem” introduce ad un album black che vuole pure essere un’opera teatrale, con la selva a fare da palcoscenico. Suoni dal retrogusto atavico e quasi barocco introducono a una manciata di tracce che, finita l’intro, riprendono solo in parte la struttura mostrata nella superba opera precedente. Già con “Notturno Peregrinar” si ritorna infatti su territori più familiari a chi ha già avuto il piacere di apprezzare i Selvans, membri della nuova progenie del black italico. “Faunalia” è la evoluzione davvero coraggiosa di artisti che non si sono di certo appoggiati sugli allori e hanno rimischiato le carte in tavola sfornando un lavoro allo stesso tempo più orchestrale e più aggressivo rispetto al suo predecessore. I suoni sono perfettamente mixati e registrati in modo da far apprezzare la doppia anima del lavoro, con una sicurezza compositiva che dà l’impressione di essere di fronte soltanto all’inizio di un destino glorioso per questa formazione. Se con l’opera precedente ci si avventurava timidamente nei meandri della foresta dell’animo umano, con “Faunalia” il viaggiatore si sentirà immerso nel flusso etereo della linfa del bosco, trasportato nel profondo della selva, lì dove la natura si mostra per ciò che è, ossia emozione allo stato puro, come solo la musica sa essere.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9,5/10