(Ván Records) I buoni auspici mostrati nel full length d’esordio “Swallowed by the Ocean’s Tide”, del 2013 e recensito QUI, sono stati confermati nel successivo “Gateway to the Antisphere”, del 2015. Questo terzo album dei tedeschi votati al culto della letteratura di Howard Philips Lovecraft mantiene ancora alto il valore della band. I Sulphur Aeon orientano dunque il proprio death metal verso il maestro di Providence, in una maniera elaborata ma non propriamente progressive. I blast beat sono importanti nell’economia del sound, ma l’irruenza è generale e non necessariamente fornita da una belva ai tamburi. Anzi, il lavoro di D. (tutti gli elementi della band sono indicati per una sola lettera puntata) è molto fine e del resto è ancora una conseguenza del riffing. Le chitarre sono un uragano e un grimorio di melodie epiche, solenni, maestose e terribili. L’essenza del mistero, dell’altrove e di miti e culti “indicibili e innominabili” per non dire ‘inenarrabili”, sono il sale delle canzoni che costituiscono “The Scythe of Cosmic Chaos”. L’impatto di ampi scorci dell’album riescono a virare sul balckened, conferendo quel clima tempestoso di cui sopra, ovvero quei frangenti nei quali una tempesta di malvagità e ansia millenaria investe l’ascoltatore. I riff sono frammentati, le chitarre forniscono fraseggi e armonizzazioni in ogni pezzo e questo rende un certo dinamismo all’ascolto. Eccoli dunque i Sulphur Aeon, sorti nuovamente dall’abisso in compagnia del mito di Ctulhu, Nyarlathotep, Azathoth e di tutte le altre divinità che popolano il cosmo letterario del Solitario di Providence.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10