(Metal Blade) Quinto album per la band di Groningen e diventa un piacere ritrovare la meravigliosa voce di Marjan Welman (con trascorsi negli Aeon e subentrata a Nienke de Jong già nel precedente album). Lo si avverte, questo piacere, dall’iniziale “The Scarecrow”, un brano soave, delicato e che trasporta i sensi. Vi è anche il malinconico “Alloy” a tenere la mente in uno stato di torpore, la quale viene però svegliata dalle distorsioni presenti nella sua seconda metà. Sono questi tra i brani più intensi, dove tutto l’organigramma della band funziona. Si segnala la vivacità dei nostri in “Cold Comfort” e “Retrospect” e c’è anche del rock superficialmente intriso di elettronica e suoni d’avanguardia in giro (responsabile di questo è la tastiera di Jan Munnik) come nella stessa “Retrospect” e in “Neon”. Le chitarre dei van der Valk tentano di essere rock, psichedeliche e moderne. Ormai il retaggio gothic della band è ampiamente superato: ora gli Autumn hanno forti contaminazioni alternative. “Cold Comfort” è intriso di melodia, spesso malinconica, e di svariati tentativi di diversificare il sound, rendendolo più evoluto. La band con “Cold Comfort” ha posto le basi per un qualcosa che deve ulteriormente svilupparsi…ma non ci avevano già provato con “Altitude”?

(Alberto Vitale) Voto: 6/10