(Nuclear Blast Records) Possiamo discuterne senza fine. Con pareri contrastanti. Con paragoni rivolti verso un passato glorioso, un passato scandito da album come “Something Wild”, “Hatebreeder”, “Follow the Reaper”, “Hate Crew Deathroll” o “Are You Dead Yet?”. Ma non andremmo da nessuna parte, non troveremo un parere comune, non ci sarà alcun accordo, nessuna stretta di mano. Date queste basi, cosa possiamo mai dire di “Hexed”, decimo disco della band finlandese capitanata da Alexi Laiho? Con una line up praticamente costante, tranne per il chitarrista (siamo al terzo, ma in oltre vent’anni), la band è compatta, sa cosa fare, i ruoli sono ben chiari e lo stile che ne risulta non cerca di deviare marcatamente, di sperimentare eccessivamente o di cambiare orientamento. I Children of Bodom fanno il loro melodic death annaffiato da ottime tastiere, lo fanno da una vita, da sempre, e non hanno alcuna intenzione di cambiare idea. “Hexed” non porta nulla di nuovo, anzi, in qualche modo torna indietro di un decennio, con inoltre la voce di Alexi che non cerca alcun limite; i riff di chitarra sono i riff di chitarra che ci devono essere e le tastiere spaziano da un heavy pop ad un power metal, toccando momenti symphonic o tetri … esattamente come deve essere. Ma “Hexed” è diretto ma altrettanto complesso, e va ascoltato tutto. Più volte. Ed ad un volume esagerato. “This Road” è un pezzo che spacca, ma che scava nel passato arrivando ad un riffing in perfetto stile Metallica d’epoca. Sferzante “Under Grass And Clover”, pungente “Glass Houses”. Inquietante e di matrice Cradle of Filth l’inizio di “Hecate’s Nightmare”, un brano che poi evolve con un’enfasi hard & heavy, dannatamente catchy e ricca di melodia grazie anche ad un assolo di tastiera molto impattante. Feroce ma con assoli molto avvolgenti “Kick in a Spleen”, tastiere dominanti con “Platitudes And Barren Words”, divagazioni symphonic prog/power metal con la title track. Epica ed eccitante “Relapse (The Nature Of My Crime)”, contorta “Say Never Look Back”. L’album chiude con il mid tempo travolgente di “Soon Departed” e con il remake di “Knuckleduster”, brano originariamente uscito in un EP del 2004. I Children Of Bodom dicono qualcosa di nuovo o ripetono cose già dette? Aggiungono qualcosa di inedito o rispolverano cose già note? Difficile rispondere, anche perché la risposta non sta sulla scelta stilistica dell’album, piuttosto sull’impostazione dell’intera carriera e della mentalità creativa della band. Una cosa è certa: “Hexed” esige volumi mostruosi, cresce ad ogni ascolto rivelando dettagli interessanti… e rappresenta tre quarti d’ora di heavy metal di altissima qualità, sempre catchy e divertente, molto attraente e… dannatamente esaltante!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10