(Autoproduzione) A quattro anni dall’ottimo “Pieces of Fate” tornano sulle pagine di MetalHead gli Elvenpath di Till Oberboßel: sono lieto di poter dare ancora spazio alla sua band, perché i nostri sono sempre più gli ‘Ultimi dei Mohicani’ di quell’incontaminato heavy/power tedesco che ormai si trova solo in remote zone dell’undeground. Di fronte a tante formazioni che si proclamano ‘true’, credo che gli Elvenpath siano fra i più sinceri, genuini e convinti: i loro brani, spesso lunghi e articolati, affondano le loro radici in quel sound di fine anni ’80/inizio ’90 che oggi suona molto vintage, ma ancora convince i nostalgici e i puristi (e io mi includerei in entrambe le categorie…). Vediamo allora la tracklist di questo disco, nuovamente prodotto da Uwe Lulis. “Combat Zone Europe” parte subito a mille, con un acuto al limite (o forse oltre il limite) di Dragutin Kremenović e un andamento thrash molto Metallica; vira subito verso un heavy/epic muscolare “One strong Voice”, classico inno in onore del metal. È facile immaginare a chi e cosa sia dedicata “Targaryen Fire”, un brano arrembante che ha anche qualche accenno medieval/folk perfettamente consona alle atmosfere narrate; solenne e impostato il coro di “The Sword of Gideon”, dedicata agli orrori del terrorismo durante le Olimpiadi di Monaco. La suite in tre parti “The Litanies of Lucifer” si prende oltre venti minuti: centro di tutto è “Devil’s Game and God’s Masquerade”, che nel finale ‘magico’ ha anche qualcosa dei Blind Guardian, ma ricorda nel suo incedere pieno spesso i Paragon o i Wizard. Ma devo dire che anche la terza parte “Black Wings” ha una coppia bridge/ritornello davvero notevole! Si chiude con i quindici minuti e rotti di “The Mountain Course”, ispirata al film tedesco “Der Fluch”: dopo cori a cappella, il brano si sviluppa lentamente su una linea portante che talora ricorda i Running Wild, ma anche dei momenti più ruvidi, i primi Blind Guardian. Come spero abbia mostrato la rece, come sempre per gli Elvenpath ogni brano è una storia da raccontare in musica; se ancora credete in questo tipo di heavy metal procuratevi “The Path of the dark King”, state sicuri che non ve ne pentirete!

(René Urkus) Voto: 8,5/10