(Sliptick Records) Tre album molto diversi tra di loro per questa band dai natali di natura stoner. Dal 2004 a oggi i Circle Of Witches hanno scritto una storia non dissimile da quella di tante band, oggi però questa storia la si legge attraverso un capitolo francamente inatteso. Molto più heavy che altro, si immagini i Grand Magus per esempio, con vaghe cadenze doom metal, qualcosa anche se lontanamente Candlemass, con uno sviluppato senso della melodia, circoscrivono un sound dirompente e trascinante. Una melodia che spesso ha i caratteri dell’inno, come in “Girodano Bruno”, una canzone che sinceramente da sola valela pena dell’acquisto dell’album. Si distinguono anche la maestosità epica di “Spartacus (Prophecy of Riot)” o quella di “The Oracle”. L’accoppiata introduttiva a “Natural Born Sinners” vede la catramosa “Tongue of Misery” che inchioda nella testa versi e strofe adagiate su un riffing che fa molto NWOBHM, mentre “The Black House” è solare e spavalda quanto un pezzo dei Judas Priest, ma con una fase centrale che va verso il thrash metal. Due brani svelti, ben arrangiati ma semplici nel loro essere, coinvolgono l’ascoltatore e dal vivo avranno un loro funzionamento e una presa sul pubblico ben precisi. Mario Hell Bove centra i testi dell’album attorno al tema della rivoluzione o comunque di chi si ribella a qualcuno o qualcosa. Un tema che oggi potrebbe ben identificare l’esasperazione della gente, del popolo, oltre che essere una caricatura della voglia di rottura a schemi sociali ormai troppo stereotipati. Dietro al mixer Alex Azzali e il devastante Nicholas Barker (ex batterista dei Cradle Of Filth, Testament e altri), il quale ha suggerito alla band campana il titolo, più sensato dell’originario “True Born Sinners” legato alla figura di un altro rivoluzionario, Lucifero.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10