(RCA/Tool Dissectional/Volcano) Ci sono album da ricordare, album da venerare, album da idolatrare. Pochi nei decenni, ma ci sono. Ma un nuovo album dei Tool è un evento che segna. E non solo le vite di chi li segue, ma della musica in generale. Perché il 30 di Agosto 2019 l’attesa di tredici anni è finita ed i nostri sono tornati con la loro quinta opera sulla lunga distanza. In questo caso il recensore dovrebbe essere abile nel classificare il disco, metterlo a paragone con altre produzioni, contemporanee o meno. Proviamoci: “Fear Inoculum” è prog? Beh, sì se confrontato con il prog moderno, ma anche no perché di fatto risulta distante dai canoni prog, se non altro del prog metal. È un disco tranquillo? Si, se lo si confronta con la produzione metallica media, no se si considera che il batterista qui ha superato sé stesso ed ha confermato di non avere rivali sulla Terra, così come il bassista. È il disco commerciale dei Tool? Direi che settanta minuti, quasi ottanta, di musica per sette canzoni non sono il massimo da far girare nelle frequenze radio. Allora che cos’è il nuovo dei Tool? Qui se un recensore vuole essere davvero onesto deve ammettere che nulla suona lontanamente come i Tool su questo pianeta. “Fear Inoculum” ne è l’ennesima prova, un disco da ascoltare almeno una ventina di volte per cominciare lontanamente a comprenderlo. Maynard ha dato libero sfogo ad una serie di testi semplicemente perfetti, cristallini, interpretati con una voce matura e più profonda dei precedenti lavori. “Fear inoculum” è un’apoteosi di suoni, mixati in un modo divino, racconti mediatici in grado di coinvolgere, commuovere e far viaggiare l’ascoltatore su piani astrali diversi da quelli che conosciamo. Finora mi sono astenuto dal fare emergere il mio viscerale amore per questa entità sonora, ma ora posso dare il mio personale parere: “Fear Inoculum” è la miglior cosa che mi sia capitata di ascoltare da tredici anni a questa parte, un disco che ha spostato in là di una scala i riferimenti sonori per il resto del mondo da qui fino alla loro prossima uscita. Un voto? È impossibile darlo, sarebbe come cercare di misurare un fall out radioattivo a due metri dall’esplosione nucleare con un contatore Geiger portatile. Impossibile…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: s.v.