(EarMusic) Potrà non stare simpatica a tutti, ma ogni suo album è certamente una garanzia di qualità e varietà: per questo “In the Raw”, settimo disco della sua carriera da solista, Tarja Turunen mette assieme tutti i suoi trademark per uno ‘scontato’ successo. I tempi dei Nightwish sono ormai lontanissimi, il sound si è molto ammorbidito e ‘contaminato’, per andare incontro alle voglie del pubblico più vasto, ma i brani della scaletta vanno tutti dal convincente al bellissimo! Si inizia con “Dead Promises”, che vede come ospite Björn Strid dei Soliwork: dunque chitarre veloci ben in evidenza, doppia linea vocale stile ‘Beauty and the Best’, qualche campionamento e un ritornello potente. Il duetto con la nostra Cristina Scabbia si svolge invece nel brano più debole del lotto, “Goodbye Stranger”; molto belle le armonie vocali di “Railroads”, brano emozionale (ispirato all’”Aleph” di Coelho) guidato dalle tastiere in cui Tarja dimostra di saper ancora far venire i brividi. Il capolavoro, però, è la ballad “You and I”, singolo pianistico praticamente sullo stile di Adele: sentire Tarja svettare sul refrain è veramente toccante! Se ancora non vi è bastato, c’è il medley “The golden Chamber”, che unisce una escursione vocale su synth, una fiabesca canzone in finlandese e una vertiginosa chiusa sinfonica. Ondeggiante e sperimentale la lunga “Spirits of the Sea”, capace effettivamente di evocare le profondità marine, e di dimostrare, se ce ne fosse bisogno, che “In the Raw” non è (soltanto) un disco commerciale; mentre la sinfonica e, sì, nigthwishiana “Silent Masquerade” vede la partecipazione di Tommy Karevik. Degna conclusione del platter è “Shadow play”, con i cori pieni della tradizione gothic e un feeling che oggi si può trovare negli Epica. Convincente, sfaccettato e larger than life, “In the Raw” colpisce nel segno: certo, se siete dei puristi non è ovviamente il disco della vostra vita, ma bisogna riconoscere a Tarja di essere stata capacissima di reinventarsi.

(René Urkus) Voto: 8/10