(Dark Descent Records) Gli album epic/doom metal che vedo in circolazione sono così pochi, che già solo per questo li accolgo con piacere: ma quando poi il livello è così alto, c’è solo da alzarsi in piedi ed applaudire… i Crypt Sermon, da Philadelphia, mettono insieme il meglio dei due generi per un secondo album che mette velocità al doom e (ulteriore) pathos all’epic metal! Nella nota stampa, i nostri dichiarano di aver dato sfogo alla propria vena ‘estrema’ dopo aver coverizzato “De Mysteriis Dom Sathanas” dei Mahyem, ma al sottoscritto poche cose sono suonate, ultimamente, classiche e ‘ortodosse’ come “The Ruins of fading Light”… La sublime “The ninth Templar” (Black Candle Flame)” unisce appunto un classico impianto doom alla Candlemass a qualche suggestione più rude, stile Evangelist, per un ibrido imponente. Classica e ammaliante “Key of Solomon”, che potrebbe ricordare gli Eternal Champion, mentre “Christ is dead” è davvero un brano sabbathiano – e non con vaghe influenze Black Sabbath… un brano che davvero starebbe bene in qualcuno dei primi dischi! Atmosfera vagamente orientale e magica in “The Snake Handler”, poi il disco si chiude con la splendida titletrack, che dopo un minuto medievale diffonde un riffone epico come non mai, e procede quindi fra cori potenti, passaggi stentorei ai limiti del sacrale e un finale ipnotico. Solo una band americana poteva riuscire in un album di questo tipo: uno dei buy or die di questo ultimo quarto del 2019!

(René Urkus) Voto: 8,5/10