(Season Of Mist) Questo album uscì nel 2008, dopo quindici anni di pausa per i Cynic, e furono in molti ad avere il loro da fare a scriverne un resoconto. Quanto i Cynic hanno fatto con “Traced In Air” è indescrivibile e per tanto le parole diventano superflue. Onde evitare che lo siano anche queste, prendetevi pure il tempo di ascoltare quanto la Season Of Mist ripropone, in fondo.’Remixed’ cioè qualcosa di innovato, rivisto, rimissato in questo caso. Lo rivede Adam “Nolly” Getgood – collaboratore per Devin Twonsend e Haken oltre a essere un ex Periphery – e lo rimasterizza Ermin Hamidovic. Con Getgood anche il bassista Sean Malone per una nuova mappatura del basso. Con questo lavoro la band oltrepassa il concetto prog, sbarcando direttamente in territorio jazz e con spunti di sperimentazione. Con “Traced in Air” il metal diventa solo un aspetto delle aperture compositive dei Cynic, i quali sono ormai distanti da “Focus”, epocale album d’esordio del 1993 e del resto dopo quindici anni loro erano già dei musicisti diversi. Più pronti e più preparati, più sicuri e più se stessi, cioè dei cinici musicisti votati alla creazione di musica fuori dagli schemi.

Detto della magnificenza della band, perché remixare e rimasterizzare un lavoro del 2008? Chi fa tutt’altro mestiere e non conosce le tecniche in studio, come me, viene da chiedersi come abbiano registrato solo undici anni fa, per decidere oggi una rimasterizzazione. Quando a essere rimasterizzate sono delle opere recenti, noi appassionati restiamo perplessi e siamo indotti a pensare che queste operazioni possano essere una scusa per rimettere sul mercato dei titoli. In questo caso però si parla di remix, dunque di rimettere di nuovo insieme le parti con i vari strumenti che creano le canzoni. Al momento in cui scrivo, non ho sotto mano la mia copia dell’album di quegli anni, dunque sono andato a memoria, oltre ad avvalermi del filmato di seguito e prodotto dalla Season Of Mist. Nel video infatti vengono proposti pezzi dell’album a confronto tra le due versioni e, confermato quanto i miei ricordi hanno manifestato, cioè che questo ‘remixed’ ha uno strato metal mitigato. Le frequenze sono più pulite, forse valorizzate quelle alte e appiattite quelle basse, dando così un suono moderno e chiaro, certamente meno torvo. In tal caso l’impatto all’ascolto suona diverso rispetto all’originale; inoltre le voci in growl messe a contrasto con quelle clean sono state nettamente abbassate, se non proprio tolte di mezzo! I cori, le doppie e triple voci hanno un aspetto diverso, proprio per il fatto che il growl è stato quasi bandito in alcuni casi. Dunque non un’operazione commerciale, una scusa per rimettere in circolo un nome, dal quale si attendono delle novità, semmai è la riproposta di un lavoro che da questo momento sembra essere definitivamente un album progressive e non un album prog metal-jazz. Ad ogni modo e senza volere essere un nostalgico, teniamoci comunque stretta la copia del 2009, visto che è quanto in quel momento i Cynic hanno sentito di fare.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10