(No Remorse Records) I ciprioti Solitary Sabred sono indiscutibilmente gli avanguardisti dell’epic metal: dopo “Redemption through Force”, del 2014 (beh, è passato un po’ di tempo!), i nostri tornano all’attacco con un altro album sui generis, dai caratteri arcani e misteriosi (a partire dalla cover), sempre caratterizzato dallo stile vocale di Petros Leptos, che va dallo strillo miagolante al narrato baritonale. “Servants of the Elder Gods” si apre su cori arcani e prosegue su linee vocali teatrali costruite su una trama sonora intricata, a tratti prog, che poi sfocia in una cavalcata epic metal. Frastornante, vero? Us metal involuto e vagamente alla Helstar per la solida “Assassins of Carthage”; oscura e a tratti marziale “Disillusions”, conclusa da una inquietante sezione teatralmente recitata da Petros. La suite “Chronicles of the barbarian King” è divisa in due parti: se “The scarlet Citadel” mescola epic, doom e horror metal, con gli acuti improvvisi di Petros a farla da padrone, ha un giro prog-eggiante “Fyres of Koth”. Psicotica, ondeggiante fra il prog e lo speed “Psionic Transmogrification” (non chiedetemi cosa mai possa significare il titolo…), si chiude con l’inquietante “Blestem”, dove il picco di teatralità oscura tocca il suo massimo, in un inquieto ondeggiare fra King Diamond, i Cirith Ungol e i Black Sabbath. Sicuramente non un disco per tutti, anzi: un disco che anche una buona fetta dei defenders potrebbe trovare pretestuoso e respingente… ma sicuramente qualcosa che fa parlare di sé.

(René Urkus) Voto: 7,5/10