(autoprodotto) Giungono al quarto album i bolzanini Fugitive. Il titolo esprime alla perfezione il contenuto del lavoro: universi (musicali) paralleli e coesistenti, apparentemente diversi ma legati da un filo conduttore. All’interno di questo disco troviamo infatti prog, psichedelia, shoegaze, stoner, post grunge, richiami industrial ed una forte componente drone. Riffs e ritmiche cadenzate, ossessive e stralunate non lontane dal post grunge sono talvolta accompagnate da sporadiche parti vocali, utilizzate più come vero e proprio strumento che non come tracce cantate. Ben più massiccio è l’uso dei sintetizzatori, che raggiungono il loro culmine nella lunghissima traccia finale intitolata “Higher”, quasi quindici minuti di pura drone music.. Decisamente degna di nota anche “Underworld”, il pezzo più breve dell’album, bellissimo e delicato interludio acustico e sognante. Un album che richiede diversi ascolti, meglio se in cuffia, per essere pienamente compreso. Ma una volta entrato in testa conduce l’ascoltatore in un suggestivo viaggio psichedelico.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10