(Signal Rex) Per parlare dei portoghesi Irae bisogna fare un passo indietro e nominare il famigerato Black Circle. Lasciando stare qualsiasi considerazione ideologica, parliamo di una congrega di gruppi accomunati da una serie di dogmi sul tipo di musica da proporre: black vecchio stampo, niente elaborazioni in posto produzione, spesso registrazioni direttamente dal vivo, esperienza live che va a fondersi con la registrazione delle produzioni, luoghi particolari e spesso abusivi in cui suonare, ma soprattutto trasferimento del suono su supporto in modo tale che resti il più possibile fedele al suonato originale. Detto questo, non resta che dire che questo quinto album (in realtà la produzione di questi gruppi, tra split, EP, e live è sconfinata) rispetta perfettamente tutti questi canoni, andando a rimpolpare le fila di quello che considero un mito musicale capace di resistere alle tendenze del terzo millennio. Con il Black Circle e la scena francese, il black conserva tutto il suo essere genere astratto eppure immutabile, capace di incredibili sfaccettature, eppure sempre fedele alla sua anima primitiva e primordiale. Con il Black Circle, c’è sempre la garanzia di trovare il black nella sua pura essenza di malvagità.

(Enrico Medoacus) Voto: 8,5/10