copmagnavice(Inverse Records) Esordienti dalla Finlandia, i Magna Vice ci sottopongono un concept prog di quasi 70 minuti legato alla vicende di un veterano di guerra tormentato dai propri ricordi. E direi che, al di là di tutto, i sette brani di questo debut sono un po’ prolissi: va bene che il progressive richiede tempi lunghi, ma in questo caso essi non sembrano pienamente giustificati dalla struttura delle canzoni. “Temple of Sin” ha un sound pieno e potente che ha subito richiamato nella mia mente i Rainbow più inclini al progressive: l’hammond in sottofondo è sempre godibile, ma il break è comunque molto più moderno e aggressivo (chissà se i nostri hanno i Savatage fra i propri punti di riferimento). Il finale di “Green Giant” sconfina ampiamente nello space rock, mentre “Knowledge talks, Wisdom listens” ripresenta accenni settantiani con belle progressioni strumentali e melodie vocali aperte. La conclusiva “Yellow Sky” (oltre 14 minuti!) ha qualche generoso accenno floydiano nei primi passaggi, anche se in seguito i toni si fanno più duri. I brani, come vedete, non sono affatto male, ma l’insieme risulta un po’ pesante, a tratti difficile da seguire: tagliando qualcosa qui e lì (bastavano forse dieci minuti) si poteva avere certamente un prodotto più snello e di più facile fruizione.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10