cophagelstone(Sweet Poison Records) Gli Hagel Stone, di Ferrara, sono per me una graditissima sorpresa. Questa band al debut si esibisce infatti in un power/epic particolarissimo, che pesca a piene mani dai mostri sacri del genere (Virgin Steele su tutti), ma ha qualcosa nel sound (soprattutto nell’uso delle keys) che mi ha anche fatto pensare a tutt’altre atmosfere (non credo di sbagliare se faccio il nome dei Rainbow: se fossero stati attivi in questi anni, credo che avrebbero suonato con lo stesso approccio). Contrariamente però agli altri colleghi del web, non ci sento alcuna influenza dei Manowar… e coi tempi che corrono mi sembra decisamente un bene! “Apocalypse” incrocia – appunto –diversi generi e influenze: è come se dei Sabaton meno ‘sparati’ incontrassero i Virgin Steele degli anni ’80, quelli dove la matrice heavy metal era più scoperta ma c’era già un potente uso delle keys, e insieme facessero visita a qualche roccioso act tedesco come gli Iron Savior o i Paragon. Una miscela sonora davvero niente male! Potente “The Anvil”, della quale mi piacciono soprattutto i suoni della batteria, pieni e rotondi. “Razzo rosso” tenta un testo in italiano con buoni risultati, mentre la power ballad “Under the Ice” ha davvero i toni giusti. Toni più leggeri in “Hey!! Can you tell me!” e più classicamente epici nella traccia autotitolata, fino alla conclusiva “The Power of Flesh”, che indugia fra tastiere pompose e quella matrice hard rock ‘trasfigurata’ di cui dicevo all’inizio. Un prodotto italiano da sostenere al 100%, che porta effettivamente (e finalmente!) una ventata di freschezza in un settore del metal che da anni è stagnante in modo tragico.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10