copkillritual(GoldenCore Records/ZYX Music) Tornano a distanza di un anno e mezzo i thrashers californiani Kill Ritual. Dopo l’impattante debutto “The Serpentine Ritual”, questo nuovo lavoro marca una deviazione interessante. Rimane il thrash, quello esplosivo e puro, ma diventa decisamente più raffinato (non inefficace o dolce, sia chiaro!), più elaborato, specialmente a livello di chitarre… sembra quasi un thrash con accenni progressivi. Line up con qualche cambiamento: una chitarra in meno e nuovo drummer, ma la sostanza non cambia. Il disco è avvincente e potentissimo. La chitarra è veramente fantastica, non tanto nelle ritmiche abbastanza ovvie (…visto il genere, ma comunque molto ben fatte) ma nei fraseggi, negli inserti, in tutti quegli elementi che rendono superlativo ed sorprendente l’ascolto del disco. La prova di Crimson, il cantante, è perfetta: voce pulitissima, chiara, squillante: cattivissimo senza avere una tonalità cattiva… come ai vecchi tempi! L’album a tratti ricorda episodi di Anthrax, ma anche di Megadeth, proponendo una versione modernissima di sonorità classiche. Tecnica ed aggressiva la title track posta nuovamente in apertura. Esempio immediato della versatilità di Rice, il chitarrista. Travolgente “Never Get Me”. Sconvolta e con un cantato ispirato (tributo?) a Dave Mustaine su “Weight Of The World”. La traccia più lunga del disco, “Writing On The Wall”, è esplosiva: il vocalist diventa più estremo, mentre il tappeto ritmico è costellato da assoli e bellissimi abusi della sei corde. Un pezzo che durante il suo svolgimento cambia impostazione, si avvicina al doom, ad atmosfere cupe, per poi tornare su livelli energetici prima, epici ed introversi poi. Stupenda “Just Another Sin”: ritmica ricercata, melodia intensa, assolo coinvolgente. Forza irresistibile su “My Little Sister”, altro pezzo pieno di melodia e dimostrazione di capacità esecutiva di tutti i musicisti. Un disco nuovo ma già intramontabile. Un classico di allora creato con le idee di oggi. Una perla senza tempo, senza regola, senza appartenenza: musica elaborata, genialmente composta, molto ben suonata. Unica “controindicazione”? Vietato, vietatissimo, a chi soffre di problemi a collo, schiena, vertebre o altro nel genere. Qui l’headbanging -selvaggio- è obbligatorio ed il mosh potrebbe risultare fatale.

(Luca Zakk) Voto: 8/10