copudo5AFM Records) Udo, come mai un altro disco dal vivo? Nel mio stereo c’è ancora il “Live in Sofia” di meno di due anni fa (recensito QUI), e ci proponi già un altro dvd+2 cd set? La spiegazione ‘commerciale’ di questa scelta mi sembra molto evidente, dato che la band deve dimostrare di essere ancora in palla dopo il non stellare “Steelhammer” (QUI), e soprattutto dopo l’abbandono di Stephan Kaufmann… ma c’è la crisi, che diamine, e non so quanti fans correranno a procurarsi questa nuova uscita (disponibile naturalmente anche in triplo vinile). Una nota positiva però c’è: la scaletta è stile “Skeletons in the Closet”, per cui ci sono pezzi che non si sentivano suonare da anni… e insomma, almeno i numerosissimi appassionati russi saranno contenti. Inutile fare un track-by-track, parlo soltanto dei pezzi nuovi o inusuali. “Steelhammer”, posta naturalmente in apertura, dal vivo regge bene soprattutto per l’assolo di twin guitars; meno efficace “Cry of a Nation”, ma la scaletta si riscatta alla grande con la coppia “They want War”/“Never cross my Way”. Il pubblico si scalda un po’ con “In the Darkness”, ma devo dire che lungo tutto il live sembra alquanto distante; la splendida “Azrael” chiude un primo cd senza particolari highlights ma solido nell’insieme. Sul secondo disco, “Mean Machine” è l’occasione per le passarelle strumentali, e solo in conclusione emerge qualche classico come “Metal Heart” o “Holy”. Onestamente credo che questo disco piacerà molto ai puristi del folletto Dirkschneider, ma molto di meno a tutti gli altri, che magari si aspettavano più classici in scaletta. Voglio sperare, adesso, che gli U.D.O. non si mettano a pubblicare un disco inutile l’anno, tentando di arraffare tutto il possibile prima dell’inevitabile abbandono delle scene, che non può essere lontanissimo.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10