copzapruder(Apathia Records/Hipsterminator Rec.) Postcore e mathcore non sono di certo, parlando onestamente, tra le sfumature del metal più facili da ascoltare. Ritmi asincroni, melodie in ottave e seste non sempre corrispondenti, in un vortice di caos acustico complesso e meraviglioso, in cui l’ascoltatore viene letteralmente risucchiato. Il 20 ottobre, in Europa, è uscito “Fall in Line” dei francesi Zapruder. Una band influenzata direi positivamente da più generi e stili, senza dubbio l’ombra dei Dillinger Escape Plan, dei Time Has Come (soprattutto per ciò che concerne il settore cantato) e sezione ritmica che ricorda i Cult of Luna; ci propone un lavoro decisamente ben fatto, una regata in balìa di onde sonore rabbiose, cupe, trascendenti, e in alcuni casi belle ritmate con un groove molto rock. Questi passaggi sono evidenti e le tracce estremamente diverse tra loro. Brano dopo brano c’è sempre un trait d’union, la rabbia. “Moloch” è senza dubbio la traccia che ho preferito, un bilanciamento perfetto tra rabbia, rassegnazione, e intensità musicale. Un profondo passaggio postcore centrale, e di nuovo un’esplosione audio verso la fine. Sempre proseguendo con il fil rouge aggressivo di base, “Modern Idiot” inizia con un riff che attira l’attenzione, perché è decisamente rock. Si trasforma poco dopo in un susseguirsi di cambi melodici interessanti e come questo pezzo anche altri ripercorrono questa falsa riga. Un altro brano molto apprezzato è “Cyclops”, in cui c’è un momento, verso metà canzone, in cui disperazione e intensità espressive si fondono insieme, e mi hanno fatto davvero emozionare. Un ottimo lavoro generale, perfettamente mixato ed ideato, si può dire che nulla è stato lasciato al caso. Per gli appassionati del genere risulterebbe un ascolto davvero piacevole, mentre per i curiosi è accattivante proprio per l’ampiezza dei suoi contenuti, la vasta scelta di melodie particolari ed intrecci ritmici, stacchi melodici, tratti che ricordano i Walls of Jericho, o i Raised Fist, un vortice, come detto prima, di rabbia ed armonie non di certo banali per cui questo disco merita di essere ascoltato.

(Devis Cortese) Voto: 7,5/10