copRRTRIBUTE(UDR) Pochi artisti hanno lasciato un segno importante nella musica metal come Randy Rhoads. Il chitarrista Statunitense ha marchiato a fuoco il mondo dell’hard & heavy con i suoi riffs taglienti e gli assoli melodici di ispirazione classica. Nato nel 1957, a sedici anni fonda la sua prima band che di li a poco prenderà il nome di Quiet Riot. Nel 1979, Randy si unisce a Ozzy Osbourne per registrare il debutto solista del singer appena uscito dai Black Sabbath, quel “Blizzard Of Ozz” che porterà il giovane chitarrista a diventare uno dei più grandi ed influenti axe men di tutti i tempi. Nel 1982 esce il secondo album di Ozzy, “Diary Of A Madman”, anch’esso un classico che conferma ulteriormente il talento di Randy Rhoads. Sfortunatamente, nello stesso anno, il chitarrista perde la vita a soli venticinque anni a causa di un incidente aereo, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di migliaia di fans. La sua musica suona ancor oggi fresca e influente al punto che, a trentatré anni dalla sua morte, si sono riuniti alcuni artisti per rendergli un dovuto omaggio. Se alcuni di questi musicisti hanno in qualche modo qualcosa a che fare con Randy per il fatto di aver suonato, negli anni, con Ozzy Osbourne (al basso troviamo in tutti i brani Rudy Sarzo, compagno di Rhoads sia nei Qiet Riot che alla corte del Madman, mentre alla chitarra si alternano tra gli altri Gus G., Brad Gillis e Doug Aldrich), altri artisti di estrazione totalmente differente, rendono l loro tributo a questo genio della sei corde. Mi stupisce alquanto, infatti, sentire Tom Morello (Rage Against The Machine, Audioslave) e Serj Tankian (System Of A Down) coverizzare la classicissima “Crazy Train”. A dire il vero, il risultato mi ha lasciato parzialmente deluso, visto che da musicisti della loro personalità mi aspettavo qualcosa di più, specialmente dal singer di origine Armena, che si limita a svolgere il compitino in maniera stanca. Morello, invece reinterpreta l’assolo secondo il suo originalissimo stile, dimostrando di essere uno dei chitarristi più originali degli ultimi venticinque anni. Tutti gli altri pezzi sono cantati da Tim Ripper Owens, ad eccezione di “Back To The Coast”, song risalente agli anni trascorsi con i Quiet Riot e cantata da Keelie Rhoads, fratello dell’axe man che troviamo anche nel ruolo di tastierista su “Mr. Crowley”, con alla voce Chuck Billy dei Testament. Il pezzo è più orientato verso l’hard rock, anche se si comincia a intravedere lo stile che renderà famoso Randy. Altro brano appartenente alla Quiet Riot era è “Killer Girls”, questo cantato da Owens, cantante che ho sempre apprezzato dal punto di vista tecnico, meno da quello della personalità e carisma. In questo album, invece, sfoggia una buona prestazione, con uno stile a metà strada tra Rob Halford e Ronnie James Dio che ben si integra con la struttura dei pezzi, anche se la voce pazzoide di Ozzy è ben altra cosa. Le canzoni sono rese fedeli alle originali: da applausi l’assolo della citata “Mr. Crowley”, rifatto in maniera perfetta da Alexi Laiho dei Children Of Bodom. Tra le altre stelle brillano Bernie Torme (“Flying High Again”), Dweezil Zappa (“S. A.T. O.”) e George Lynch (“I Don’t Know”), mentre alla batteria si alternano Vinny Appice, Frankie Banali e Brett Chassen. Non ritengo opportuno assegnare un voto a questo lavoro, visto che si tratta di una raccolta di cover, ma la qualità dei brani è elevata e l’intero album risulta estremamente godibile. Il giusto tributo ad un imitabile genio della chitarra.

(Matteo Piotto) Voto: S.V.