copTHL(Sound Management Corporation) Un viaggio attraverso quarant’anni di musica rock, quello proposto dai Bresciani T. H. L. La band, attiva dal 2010, giunge al debutto dopo essere passata attraverso alcuni avvicendamenti in seno alla line up e dopo aver maturato una vasta esperienza dal vivo. Il gruppo Lombardo propone un rock a trecentosessanta gradi, abbattendo le barriere stilistiche, assimilando diversi stili e riproponendoli con buona personalità. Si parte dall’energica “Master Domino”, dall’incedere vicino allo ska e caratterizzato dall’ottima prova vocale di Federica Cressi, dotata di una voce grintosa ma estremamente femminile. A seguire, troviamo la cover di “Born To Be Wild”, leggendario brano degli Steppenwolf, reinterpretato secondo lo stile personale del gruppo, seppur non risultando stravolto rispetto alla versione originale. Lo stesso dicasi per “Honky Tonky Women” dei Rolling Stones, anche questa piuttosto fedele all’originale, eppure, l’impronta dei T. H. L. è ben presente. Il lato più melodico della band è presente nei brani “Longway To Redemption”, una ballad, che alterna clean guitars a momenti più distorti, con una grande interpretazione vocale di Federica e ottimi assoli di chitarra, e “Somewhere”, pezzo interamente acustico, molto dolce ma, non per questo stucchevole. Ben più muscoloso, “Forget” è un pezzo che trasuda rabbia, e affronta una tematica delicata come lo stupro. Musicalmente, il brano è caratterizzato da chitarre rocciose, e la voce di Federica è rabbiosa. La conclusiva “Sociopatic” è aperta da un riff rubato a “Children Of The Grave” dei Black Sabbath, che ritornerà poi nel ritornello, mentre la parte centrale del brano alterna arpeggi e assoli malinconici. Un album variegato, dal suono multi sfaccettato, ma riconducibile sempre ad uno stile ben definito che la band ha già saputo crearsi con personalità e originalità.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10