(Napalm records) Due anni e gli HateSphere ritornano con un nuovo album. Intanto la band di Peter “Pepe” Hanssen, chitarra, ha visto l’avvicendarsi di cantante, batterista e bassista. Esben “Esse” Elnegaard As We Fight) prende il posto di Albrechtsen alla voce, Mike Park (Mercenary) quello di Dennis Buhl alla batteria e Jimmy “The Talent” Nedergaard (Gob Squad) quello di Mixen Lindberg alla batteria. Formazione completata e gli HateSphere si lanciano in due tour americani con Nevermore e The Black Dahlia Murder, poi con Tue Madsen tutti in studio per questa nuova fatica. “The Great Bludgeoning” è venuto fuori bene, la produzione è da manuale, il sound thrash/death dei danesi è in salute e i pezzi sono abbastanza diversificati tra loro. Tuttavia, a voler essere sinceri, il “già sentito” incombe, anche se è un riascoltare il tipico sound degli HateSphere e non i canonici plagi. Del resto “The Great Bludgeoning” è il settimo album in dieci anni, nel metal dati del genere rischiano di portarti al ristagno! Qualche influenza sensibile è però ascrivibile agli ultimi Testament, come appare evidente nella titletrack, ma è innegabile che “The Great Bludgeoning” è forse tra quanto di meglio abbiano fatto gli HateSphere.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10