(Metal Scrap Records) 23 pezzi, dei quali una cover dei Phobia, compressi in 44′. Una follia, un atto estremo, una pazzia? Nulla di ciò, sono soltanto gli ucraini Sectorial, band attiva da qualche anno, prolifica, ma con soli EP e singoli realizzati, prima di giungere a questi tempestosi pezzi che compongono l’album di debutto. Suonano un legame tra grindcore, thrash metal e (tanto) crust, c’è anche un pizzico di altre soluzioni estreme del metal, ma ad ascoltarli nei primi pezzi in scaletta, le parti grindcore ricordano subito i Napalm Death. I Sectorial non danno però l’idea di adagiarsi su modelli altrui e di conseguenza le proprie cavalcate diventano furiose missive, devastanti annunci di catastrofi imminenti. I pezzi sono brevi, eppure ne nasce qualcosa di più corposo, come i quasi 5′ di “Stolen World” (dove subentra anche un flauto inaspettato, tra le distorsioni e i colpi della batteria) o i quasi 4′ di “Too Much?” (altra canzone dove nell’intermezzo black metal spunta qualche strumento folclorico). Il canovaccio compositivo è dunque questo: sparare raffiche violente, scatenate dal drumming (perfetto il lavoro di Igor “Reich” Kovalenko dietro le pelli) e dal guitarworking che, come si è già indicato, sfrutta alcuni modelli estremi del metal. Per nulla originali i Sectorial, ma se c’è da frantumare ogni cosa e annichilire l’ascoltatore allora sanno davvero essere dei campioni.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10