copMADHORNET(Autoproduzione) Oltre alla copertina, palesemente estiva, c’è un significato intenso nel titolo di questo album, in quel “ vuoi qualcosa di fresco?”. Di solito la freschezza rappresenta il nuovo, l’inedito… ed è questa sottile ironia che risucchia dentrol’hard/hair rock genuino che questi quattro musicisti Italiani producono con energia fiammante ed assoluta sincerità. Si parte con una breve introduzione, la title track: un orrore assoluto, un sample di pessimo gusto che mina pericolosamente l’accesso alle altre dieci tracce (davvero, poteva essere assolutamente evitato). Ma una volta ingoiato il boccone amaro, si scatena l’energia pulsante della DefLeppardiana “Your Body Talks” nella quale emerge gusto, qualità ed un singer molto in gamba. Intensa e ricca di melodia “Dyin’ Love”, con un ritornello magnetico, ritmica pungente sull’energetica “Blue Blood”, mentre “Free Rock Machine” e “Game Of Death” sono più scatenate, più esplosive, con quest’ultima ai confini di genere più tirati. Torna un sound classico (fresco?) con la sfacciata “Rise ‘N’ Do It”, mentre l’immancabile power ballad si intitola “Walking With You (In The Afternoon)”, un episodio molto ben riuscito, con melodie intense ed un mood indovinato. Pesante la cover degli Haddaway (ovviamente “What Is Love”) che qui cambia i connotati e si trasforma in un pezzo ricco di metallo. Piacevole sorpresa la conclusiva “Roses Under The Rain”, una canzone matura, ricca di emozione, suonata e cantata in maniera eccellente. I Mad Hornet non scrivono nuove pagine di storia, ma apportano degli interessanti appunti in calce, visto che amano rigenerare, scarabocchiando queste stesse pagine, piegandole, stracciandole, dando loro un aspetto assolutamente diverso. Un aspetto che è il ritratto della musica fatta per passione, con passione… ma anche con gusto e con quella capacità che attrae, richiama, porta a fischiettare i riff dopo pochi ascolti. Certo, non siamo a livelli eccelsi, considerando anche che le pagine da scarabocchiare sono tante, ma date queste basi e considerato l’approccio assolutamente fai-da-te, i Mad Hornet potrebbero elevarsi verso altri livelli se collocati in un contesto più professionale. Le idee non mancano. E nemmeno la determinazione, che personalmente ammiro. Alla fine anche quell’orribile intro è un gigantesco vaffanculo a chiunque vado contro la band, voglia dire la sua, giudicare, pesare. Compreso il sottoscritto.

(Luca Zakk) Voto: 7/10