coplastfrontier(Revalve Records) Possiamo, finalmente, parlare di una scena heavy metal napoletana? Pensando ai Black Inside, ai Nameless Crime, ai redivivi thrashers Kontra, e ai diversi progetti dell’instancabile Bruno Masulli, direi proprio di sì! Al quadro appena designato vanno aggiunti di diritto anche i Last Frontier, che con “Theta Healing” propongono il loro secondo full-“length”, già edito l’anno scorso per una piccola etichetta tedesca e ora ridistribuito dalla sempre attenta Revalve Records. Il disco allinea dieci brani solidi, senza filler e suonati da strumentisti molto capaci. Subito convincente “Arachnophobia”, un heavy/prog all’italiana dai toni ribassati ma dall’incedere fluviale e potente, con un ottimo uso delle keys; inclina a un power arioso e tastierato “Dragonfly’s Trail”, mentre “Perdition” ha la solennità e contemporaneamente il ritmo e la grinta dei primi Vision Divine. “Lost Confusion” gioca con melodie orientaleggianti, raggiungendo talora le tonalità degli Orphaned Land; ansiogena e tirata, ma con un finale trionfale “Visionary Maze”, mentre la conclusione è affidata alla solida “The Root of his Anger”, con toni ‘cattivi’ molto simili a quelli dei Symphony X. In definitiva, i Last Frontier sembrano muoversi fra due anime del power metal, quella più squillante, nordeuropea, e quella incline al prog, sviluppata soprattutto da noi italiani: “Theta Healing” soddisferà dunque gli appassionati di entrambe le correnti.

(René Urkus) Voto: 7,5/10