(Century Media Records) A sei anni dalla release del precedente “Angelus Exuro pro Eternus” e a vent’anni dal debutto, giunge il… sesto full length di Lord Ahriman con i suoi Dark Funeral. Evento speciale, evento unico, evento oscuro: i Dark Funeral, come alcuni altri illustri colleghi (Marduk, Gorgoroth, per esempio) non rispettano nessuno, non deviano verso significati misteriosi ed alchemici delle tenebre. Loro sono palesemente ed estremamente satanici, ogni parola dei loro testi è un costante inno a satana, alla bestia, al dolore, al sangue, al male, alla fine violenta del cristianesimo ed i suoi inutili seguaci! Questi tre quarti d’ora di marcio morale riepilogano un po’ la carriera della band e presentano novità interessanti. Intanto, dopo molti anni, al microfono non c’è più Emperor Magus Caligula, e tutte le blasfeme eresie sono affidate al cantante dei Grà, ovvero Heljarmadr, il quale non sfigura minimamente ed offre una performance sulfurea, micidiale, efferata! Poi, se si osserva bene, la copertina torna al colore blu dominante (dopo tre orientati all’arancione/rosso delle fiamme infernali)… ed i più attenti ci troveranno una forte similitudine con la copertina di “The Secrets of the Black Arts” del 1996 quasi se le due “foto” fossero state scattate lo stesso giorno, nello stesso posto, inquadrando soggetti diversi; infatti in tutto il lavoro c’è un certo livello di ritorno alle radici, una esaltazione di un’atmosfera putrida che un po’ collega la band svedese alle origini quasi ipotizzando un nuovo debutto (il che ha senso, considerato il nuovo singer…) un nuovo inizio verso la celebrazione di una eterna… fine. “Unchain My Soul” apre epica prima di scatenarsi impetuosa con riff e tempi tirati. ”Beast Above Man” è un’altra canzone ricca di un senso di trionfo delle tenebre, le quali vengono descritte con blast beat perversi e mid tempo ricchi di emozione a base di doppia cassa. Tempi più lenti sulla decadente e funerea “As I Descend”: crudele, glaciale, suonata ed interpretata in maniera efficace e maledettamente coinvolgente! “Temple of Ahriman”, forse concepita per mettere in chiaro chi è il leader della band, è superba: ancora una volta un mid/slow tempo magnetico con lyrics deliziosamente maligne, che lodano gli inferi ed esortano allo sterminio -sotto forma di pena demoniaca- dei cristiani. Intense melodie su “The Eternal Eclipse”, mentre risulta genialmente contorta “To Carve Another Wound”. “Nail Them To The Cross” mescola brutalità e mid tempo, quasi a confermare questa fantastica direzione artistica, non pensata per sole brutalità e violenza, ma cinicamente concepita per dare un vero aspetto musicale al male più estremo. Chiude la title track, altro pezzo ricco di dettagli che confermano l’elevato livello compositivo di Lord Ahriman. Sono passati sei anni ed io ancora sento le vibrazioni di pezzi come “My Funeral”; ma “Where Shadows Forever Reign” va oltre, affonda la lama in profondità nella carne, recide vene ed arterie e si impone stilisticamente come esempio partorito per durare nel tempo. Un supremo capitolo di black metal che riesce ad includere coinvolgimento musicale, melodia, ritmo, furia e soprattutto … “black metal”: nel sua espressione più originale. Più anticristiana.

(Luca Zakk) Voto: 9/10