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(Jetglow Rec.) Un’irruenza che spiazza e travolge è la base nella musica degli 8Fulstrike, formazione di Padova volta verso un qualcosa che ricorda la NWOAHM, quella cosa americana che si propone come il nuovo heavy metal. Tuttavia gli 8F non presentano pacchianerie, esibiscono una certa potenza del suono, innesti hardcore, del groove, qualcosa anche del crossover di una volta (ascoltare “How to Deal with a Liar”), oltre ovviamente alle abitudini dell’oggi. Nonostante ciò si evidenzia anche un songwriting variegato e tuttavia ripetitivo nei suoi schemi. Le canzoni di questo nuovo lavoro omonimo hanno lati positivi e altri che lo sono meno. Di certo ogni composizione riesce a tracciare in modo netto lo stile proprio della band, ormai abbastanza definito. Uno stile che vede il duellare delle due voci aggressive, Mattia e Mirko Zambon, e un batterista, Enrico Babolin, estremamente dinamico. Il comparto chitarre, Morgan Zambon e Leonardo Brocca, crea muri sonori, ma rinuncia anche a produrre qualcosa di caratteristico, concedendo solo pochi scorci come polifonie, ricami e qualunque altra cosa che esca fuori dal grande blocco di potenza e andature quadrate. Sia chiaro che questa band non combina disastri, anzi, la seconda metà dell’album mostra della varietà e idee, forse è la prima a risentire, a stagnare in soluzioni prevedibili, nonostante le due canzoni di apertura “Coal” e “Overflow” travolgano l’ascoltatore. Però un brano strumentale come “Spleen” dimostra che i due chitarristi e la band in toto, sono anche capaci di creare serene melodie e costruzioni appunto melodiche e strutturali più raffinate. Insomma, quella famosa irruenza è forse un limite, oltre che un marchio distintivo. Sette musicisti, c’è anche un tastierista, che potrebbero osare, almeno per smuoversi quel tanto che basta dalla grande massa.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10