copBuracchi(I3Drecords) Un giorno ricevo una missiva nella quale mi viene sottoposto questo album di “chitarra rock” che è “difficile da promuovere in Italia”. Un primo rapido ascolto e, considerato l’immenso livello artistico, l’assenza di parti vocali e la triste scena musicale del nostro paese (specialmente per quanto riguarda i live), capisco perché Marco se ne vada fuori penisola, magari verso il nord, verso Inghilterra o Scandinavia. A suo sfavore non solo il luogo, pure il tempo: “Reborn” è il perfetto album dell’epoca dei grandi virtuosi, dei vari Vai, Malmsteen, Friedman… e non solo per lo stile, ma anche (e soprattutto) per il livello compositivo ed esecutivo! Quasi tre quarti d’ora di musica coinvolgente con una chitarra sublime, ricca, mai esagerata ma sempre assolutamente divina. Nove tracce catchy, magnetiche, ammalianti… ma dannatamente complesse nella struttura, nei dettagli, nelle scelte prettamente tecniche che solo un orecchio attento può percepire e capire per goderne al pieno. La title track è shredding su una base rock-blues irresistibile, la doppia traccia di chitarra, intenzionalmente su toni diversi, crea un effetto di pienezza superlativo. “Pentathol” è pesante ma con melodie giocose, allegre, colorate nelle quali Marco esibisce grande tecnica e fantasia creativa. Intima “Dexter”: ritmica sensuale e calda, con una chitarra malinconia ricca di energia, un brano che offre un panorama verde, senza fine, immerso nella natura. Molta elettronica su “Engram”, canzone che regala anche tanta chitarra pregna di rock classico, mentre “7/4 Arabian Essence” è etnia rock, con varie stupende somiglianze proprio con il sopra citato Friedman. Esplosiva “Eleven Monkeys”, suggestiva “Kimba“, cristallina e romanticamente contorta “Phone Song” canzone nella quale l’energia del playing diventa incontenibile. L’album chiude con la luce brillante emessa da “Gocce”, un brano semplice ma intenso, profondo, ricco di amore e di sentimenti che emanano luminosità. Marco Buracchi è una sorpresa. Una rivelazione che presenta un musicista intenso, ricco di personalità, fantasioso e assurdamente egemone per quanto riguarda la tecnica. “Reborn” è un album intenso: una chitarra senza confini, un disco ricco di musica. Anzi, ricco di ‘Musica’. ‘M’ Maiuscola.

(Luca Zakk) Voto: 9/10