copinterment(Pulverised Records) Di solito, quando recensisco un disco non mi soffermo molto a parlare della produzione, nonostante sia un fattore importante. Questa volta devo, tuttavia fare un’eccezione. Non avevo la minima idea di chi fossero gli Interment, da dove provenissero o che genere musicale proponessero. Mi accingo quindi a premere play e sin dalle prime note dell’opener “Death And Decay”, mi viene in mente un solo nome: Tomas Skogberg. Questo signore, presso i leggendari Sunlight Studios ha praticamente plasmato il sound del death metal svedese che ha fatto la fortuna di Entombed, Dismember e Grave. Gli Interment nascono nel 1988 con il nome Beyond, per cambiarlo con il monicker attuale nel 1990. Dopo anni trascorsi nell’underground, la band (nella quale hanno militato membri finiti poi a suonare con Katatonia, Centinex e regurgitate), torna con questo secondo album, a distanza di sei anni dal debutto, con dieci nuovi pezzi che si rifanno in tutto e per tutto alla scena svedese di inizio anni ’90, a partire dalla produzione, affidata proprio a Tomas Skogsberg. Ogni nota, ogni distorsione, ogni assolo richiamano alla mente i primissimi Entombed, e se da un lato l’originalità ovviamente latita, dall’altro abbiamo a che fare con brani ottimamente strutturati, taglienti e con ottimi cambi di tempo. Nulla che faccia gridare al miracolo, magari, ma gli amanti del death scandinavo sicuramente apprezzeranno molto questo disco.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10