copuncannyreality(Blackened Death Records) Pura devastazione. Una immensa ondata di violenza priva di qualsivoglia pietà, rispetto o forma di luce. One man band, roba tipicamente strana. Inglese, provenienza ricca di palesi esempi di totale depravazione. Infine progetto diretto e capitanato da Immørdæk, una gentilissima signorina che rappresenta la cosa più lontana da qualsiasi concetto di vita, speranza o salute mentale. Secondo album per questa bestialità oscura, un dichiarato DSBM che in realtà contiene immense varianti low-fi, infiniti concetti grind core… ed una impostazione generica assolutamente annichilente. Inquietante e malata “The March” la quale evolve nel chaos ignorante di “Bury The Saints”, brano con parentesi irresistibili incastrate tra sofferenza e tortura infernale. Atmosferica ma anche putrescente “Forever Rot in Hell”, mentre il semplice ed efficace main riff di “Cheated Death” si sviluppa tra un singing mostruoso ed inserti melodici/ambientali molto ben pensati. Banchetto all’insegna del grind con “Religious Corruption”, seguita dai due lunghi pezzi finali (“Modern Warfare” e “Christ the Deceiver”) che confermano la piacevole inospitalità delle atmosfere dipinte da miss Immørdæk. Sette tracce infette, brutali, estreme. Singing completamente incompatibile con la voce femminile. Anzi, è pure incompatibile con la voce umana. Quaranta minuti di riff ignoranti, in chiave atmosferica. Riff diretti. Sporchi. La signorina Immørdæk riesuma death antico, grind primordiale, metal estremo sudamericano, black ancestrale… forse proto-black. Quaranta minuti di abbandono ad una suprema putrefazione infernale.

(Luca Zakk) Voto: 7/10