(Werewolf Records) I Goatmoon non hanno cominciato col black epico, questo per far capire del perché il disco cominci con un’intro strumentale in stile celtico per poi interrompersi bruscamente e cominciare l’album vero e proprio con un black grezzo, pieno di idee ma espresse in modo posticcio. I primi album dei finlandesi infatti erano costituiti da black molto ma molto grezzo, quasi punk. Poi, man mano che gli anni son passati è maturata una strana evoluzione sonora dove alla fine convergono sullo stesso cd musica folk, black metal, epic, pagan e assoli power. Spaventati dal miscuglio? Dopo un paio di ascolti sono giusto alla mia personale conclusione che gli intenti di questa one man band fossero altri e che per puro caso i vari elementi mischiati hanno formato qualcosa di originale e personale. La voce è nel classico stile black, ma tutto intorno ruotano canzoni dalla struttura più disparata. Dal black furente al black melodico, dal pagan alle suite epiche, intermezzi dal retrogusto celtico e chi più ne ha più ne metta. Ciò che sorprende è la continuità tra un pezzo e l’altro, come dei pezzi di un puzzle incastrati a caso ma che danno una figura complessiva dotata di un senso. Il disco si muove sempre sul bordo del caos sonoro, pur non arrivandoci mai. Ecco un caso in cui si può dire che siamo di fronte a dei geni o a degli scellerati pasticcioni. Puntiamo sulla prima ipotesi? Andata

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10