(Red Cat Rec.) Lo spleen si diffonde nel sound degli Estetica Noir, alfieri contemporanei del dark e new wave, i quali però tendono con estrema leggerezza a sfumature rock. “Purity” è un album grazioso, violacee nei pensieri e malinconico nelle atmosfere uggiose. Le chitarre hanno quella tendenza vagamente acida nelle distorsioni, sviluppano cantilene torbide a tratti vicine a quelle dei Cure di una volta. Proprio le chitarre però concedono qualche spunto rock. Le atmosfere sanno essere fredde, elettroniche e a sprazzi mirano a qualcosa dei Killing Joke. Tuttavia “Purity” è stato inciso nel nuovo millennio, eppure sembra arrivare tra noi dagli anni ’80. La barra stilistica del sound dei torinesi Estetica Noir è quanto spiegato già sopra, ma è giusto considerare come certe canzoni sembrino delle riletture e delle volute e arbitrarie personalizzazioni di atmosfere new wave leggermente più ruvide,grazie si alle chitarre ma soprattutto ai Synth. L’opera delle tastiere è infatti notevole: i sintetizzatori hanno un suono preciso, elegante, multiforme nei toni e improvviso in alcune sortite. Chitarre e tastiere sono un’ossatura importante“Purity”. Silvio Oreste ci mette la voce, con Guido Pancani manovra le chitarre e gestisce appunto i sintetizzatori. Rik Guido, altro capostipite del progetto insieme a Oreste, è al basso e Paolo Accostato si esibisce in un buona prova alla batteria. Interessante la cover di “I’m not Scared” degli Eight Wonder, nell’originale era Patsy Kensit a cantare.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10