(autoprodotto) Il bassista Lucio Manca era comparso da queste parti all’epoca di “Everybody Needs an Angel”, album strumentale uscito nel 2013 (recensione qui). Ora, supportato da Garry King (Joe Lynn Turner, Jeff Beck, Achillea) alla batteria, Lucio regala quattordici brani di un’intensità emozionale sconvolgente, tutti brani heavy/prog/psychedelic nei quali il basso occupa un ruolo melodico, dominante e decisamente virtuoso. Al di là delle ovvia capacità di Lucio, non facilmente imitabili, è questo il suono del basso che io concepisco e che mi aspetto in un album metal e dintorni, perché il basso uno strumento caldo, sensuale, possente il quale non dovrebbe semplicemente essere relegato al ruolo fotocopia dei riff delle chitarre tanto per completare la gamma delle frequenze della registrazione. Rispetto al lavoro precedente, il nuovo album offre qualche ipotesi di linee vocali (sempre a cura di Lucio) che, per essere sinceri, trovo poco efficienti e decisamente diradate… quasi “un effetto speciale” per arricchire un suono il quale non avrebbe comunque bisogno di altro. Basta ascoltare come si evolve “As a Friend” per capire che la voce, qualunque essa sia e di qualsiasi stile, è quasi fuori luogo dentro questi labirinti sonori iper complessi ma assurdamente fruibili, magnetici, diretti e assimilabili… assimilabili in una forma egoistica, dove l’ascoltatore quasi si impossessa di tutto quello che fuoriesce da questi (quasi) cinquanta minuti di poesia sonora. Apre “Reborn”, un invito provocatorio, prima di “Mottusugoru”, brano con linee vocali strazianti, ai confini del nu-metal, un brano che quasi destabilizza… non sembra un lavoro di Lucio Manca… ma un artista indipendente e solista come lui se lo può permettere anche perché la seguente “No Escape” riscrive tutto in termini psychedelic/ambient, installando un mood contorto, mentre stupendi arpeggi di basso riescono a catturare la mente e stimolare le emozioni. Rockeggiante “Servo del Rimpianto”, ricca di fantastica elettronica “Human too Human” (un po’ mi vengono in mente i finlandesi K-X-P). Pura emozione con la title track, contorto e meraviglioso prog con “Strange People Everywhere”, rock pieno di sentimento su “Never”. Trionfale “Wind Noize”, malinconia resa brillante grazie a linee di basso superbe su “How Long”, prima della conclusiva, riflessiva e decadente “Glorja”. Una conferma da parte di un artista italiano il quale, oltre alle innumerevoli collaborazioni nell’ambito di altri progetti, trova il tempo di esprimersi con sincerità, autenticità, calore ed una dose scioccante di tecnica sopraffina.

(Luca Zakk) Voto: 9/10