copZGARD(Svarga Music) Oscurità. Mitologia. Folklore. Paganesimo. Il quarto lavoro di Yaromisl, leader della one man band ucraina Zgard emana molteplici sensazioni. Progetto molto attivo (già il quarto full length per una band che nasce nel 2010!), ed ampiamente maturo, integra sonorità black con inserti atmosferici (grazie all’uso delle tastiere) ricchi nel fattore emozionale e concetti folkloristici elevati anche dall’uso del flauto ed altri strumenti etnici come la Sopilka. Più orientato su aspetti terreni, nativi ed epici, questo lavoro di oltre un’ora (sette brani) risulta completo, appagante, intenso. Interessante l’idea di diffusione, che vede la fedeltà al folklore carpatico grazie ai titoli in lingua madre (e caratteri cirillici) ma abbinati alla versione in inglese; ogni traccia, infatti, ha doppio titolo, per risultare intima ma anche aperta ad un pubblico internazionale. Poderosa la opener “Highlands”, rabbiosa, grintosa ma piena di inserti atmosferici e molto riflessivi. Ricca di groove, con una linea ritmica avvolgente la lunghissima “Underworld Bells”, anch’essa con momenti folkloristici, dove il flauto si esibisce in un assolo costruito su riff furiosi, esattamente come succede sulla violenza sonora della conclusiva “Through the Forest”. Ottima la title track, con quell’impostazione sinfonica e corale e l’uso del growl affiancato da vocals narrate. Stupendamente folk-pagan “Wedge Of Cranes” dove ancora una volta gli strumenti a fiato fanno la differenza, mentre i riff sono sempre pesanti e taglienti. Ai confini dell’ambient “Silence”, mentre il vero capolavoro è “Incarnation Memory”, dove l’uso di strumentazioni etniche, tastiere e riffing black da origine ad una esperienza unica. Un progetto poco noto, recente, ma perfettamente capace di dimostrarsi marcatamente significativo. L’unione di questo folklore meno noto (comparato con quello scandinavo ormai molto diffuso con il black metal ed il pagan metal nordico) risulta geniale, azzeccato e da origine ad un album imperdibile per gli amanti del genere.

(Luca Zakk) Voto: 8/10