“See you in Hell” è un disco che porta una boccata di aria fresca in certi ambienti
“tradizionalisti” dell’heavy metal. Ne discutiamo con Siggi, frontman dei tedeschi MessengeR, scoprendo cose molto interessanti – e per nulla scontate – sul concetto di “true metal”.

Salve Siggi, e scusa per il mio pessimo tedesco! I MessengeR non sono ancora particolarmente noti in Italia, quindi ti chiedo se puoi raccontarmi la vostra storia.
Grazie davvero per il fatto che ci saluti e ci poni le domande nella nostra lingua! I MessengeR hanno
una lunga ‘preistoria’ ma il vero inizio è la pubblicazione del nostro primo cd, “Under the Sign”, nel 2006, con il quale abbiamo mosso i primi passi nel mondo del metal. Abbiamo poi suonato in numerosi festival, anche a supporto di molte formazioni famose (Running Wild, Axxis, Blaze Bailey…). Il nostro nuovo disco “See you in Hell” è appena arrivato nei negozi e le reazioni dei nostri
fans sono eccezionali, anche presso la stampa abbiamo ottenuto buone recensioni. Abbiamo appena concluso una tournee europea e adesso daremo ancora qualche concerto e qualche intervista.

Puoi presentare il nuovo album?
“See you in Hell” è un disco per tutti gli amici della musica onesta, che non hanno voglia di
fracasso disturbante. Copriamo un vasto spettro stilistico, dalle lente ballate ai veloci up-tempo, dal cantato squillante tipico del power metal agli shout del death – è un disco per ogni metalhead!

A mio giudizio le migliori canzoni nel disco sono “Valkyries” e “The Dragonships”. Posso sapere qualcosa di più al riguardo?
Questi due brani appartengono a una tetralogia che occupa buona parte del cd. Le canzoni “The
Dragonships”, “Lindisfarne”, “Valkyries” e “Land of the Brave” sono legate contenutisticamente
fra di loro, e raccontano delle diverse fasi della vita di un vichingo, dall’accettazione nelle file dei guerrieri, passando per l’attacco ai monasteri, fino alla morte sul campo di battaglia e alla sua “sepoltura” nobiliare su una nave che viene data alle fiamme.

Che significa per voi suonare “true metal”? Non pensate che questo ideale sia un po’ invecchiato?
A noi sembra che alcuni di coloro che seguono la scena abbiano una visione abbastanza limitata.
Chi decide, in fondo, se una band è “true” oppure no? Nel suo senso più proprio, “true” significa essere fedeli a sé stessi e non piegarsi al vento come una banderuola.  Anche i death e i
black metallers sono “true”, non bisogna per forza fare i burattini sul palco indossando pantaloni in spandex pieni di lacca per i capelli, o andare acombattere i draghi armati di spada, anche se sicuramente tutto questo ha la propria fondatezza e piace anche a noi. Purtroppo il concetto “true” viene spesso utilizzato soltanto quando una band ha il sound come quello in voga 20 o
30 anni. Se vediamo la cosa in questo modo allora sì, la scena true metal è effettivamente invecchiata, ma il concetto “true” non invecchierà mai; esso può significare anche una innovazione, come è stato sempre il caso nei grandi modelli. Per questo i MessengeR non hanno nessun problema quando qualcuno usa per noi questa etichetta!

Cosa pensate dei Manowar oggi? Avete ancora ‘fede’
nei Kings of Metal? E qual è la tua opinione sui Majesty?
Senza i Manowar il mondo del metal non sarebbe quello che è oggi, questo è evidente. Noi stessi
abbiamo avuto più volte l’onore di dividere il palcoscenico con Ross the Boss ed è stata sempre una magnifica esperienza. Noi siamo ancora fans, crediamo sempre nella forza del metal e questo non cambierà mai: il nostro nome è MessengeR e il nostro messaggio è il metal! Abbiamo suonato qualche volta anche con i Majesty, attraverso i quali abbiamo anche conosciuto il nostro produttore
Rolf Munkes, che dobbiamo ringraziare per il ricco sound sul nostro cd. Ma saranno i fans a decidere cosa durerà di queste due bands! La decisione finale però dovranno prenderla dopo aver assistito a un nostro concerto!

Ho visto il teaser sul vostro sito internet e trovo molto divertente la scena con la bambola-DJ…
Quello fa sempre parte dei nostri show quando suoniamo la canzone “Kill the DJ”! La bambola
rappresenta l’insensibile e cieca generazione dei media, che ripete semplicemente tutto quello che dai media le viene presentato.

Avete anche organizzato il vostro festival “personale”… come è andata l’ultima edizione e cosa avete programmato per il prossimo anno?
Siamo nella prima fase di preparazione per il prossimo Saarbangers Open Air, ma non c’è ancora
nulla di definito. Il festival, che dura due giorni, è dedicato al buon vecchio heavy metal classico. Negli ultimi anni abbiamo guadagnato una stabile e fedele schiera di fans che giunge da ogni parte del mondo: l’ultima volta ci hanno perfino raggiunto appassionati dal Canada! Trovo che sarebbe una splendida meta di viaggio anche per gli headbangers italiani… no?

Avete già suonato in Italia? Che cosa pensi della scena metal italiana? Ci sono formazioni che apprezzi in modo particolare?
Suoneremmo molto volentieri in Italia! La vostra scena è ricca di musicisti d’eccezione che sono
veri maestri del proprio strumento. Parlando a titolo personale sono un accanito fan dei Domine, possiedo tutti i loro CD e sarebbe un grande onore per me esibirmi con loro.

Cosa pensi del ritorno del vinile, in particolare nel circolo dell’heavy metal classico? Quale sound trovi migliore, quello del cd o quello del disco? Avete mai pensato di pubblicare la vostra musica su
vinile?
Effettivamente pianifichiamo una uscita su vinile, ma non è stato ancora deciso niente. Siamo
una band del 21° Secolo, il vinile per noi ha poca forza, ai nostri occhi è semplicemente un articolo commerciale ricercato, ma non sarebbe ottimale come trasmettitore della nostra musica. A noi piace che ci siano i Cd e gli mp3! Quello che conta nel metal è l’anima della musica, la mentalità interiore del modo di viverla, non il suono più perfetto, più caldo o più freddo. Per questo per noi è uguale se si ascolta un vinile o un mp3 (sempre che la compressione sia giusta!). Purtroppo i bei disegni delle copertine devono normalmente restringersi, per cui il vinile sotto questo profilo è da preferire, dato che offre maggior valore all’artwork.

Ti lascio come sempre la fine dell’intervista. Grazie per il tuo tempo e a presto!
Grazie a te per le tue domande! Mi è piaciuto molto rispondere perché erano assai interessanti. Ai
vostri lettori auguriamo ogni bene e non dimenticate: SEE YOU IN HELL!!!

Recensione

Renato de Filippis